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PADOVA - La pizzeria con ristorazione “Al Carmine” è diventata il primo esercizio pubblico padovano a presentare il menù in braille: anche i clienti non vedenti potranno “esplorare” la carta del ristorante in autonomia. Inclusione e attenzione alla clientela sono le parole chiave che guidano da sempre la pizzeria “Al Carmine”, locale già certificato dall’Aic (associazione italiana celiachia), con il marchio “alimentazione fuori casa”. Il menù in braille rappresenta molto più di una semplice traduzione: è una chiave che apre le porte della conoscenza dell’offerta gastronomica a coloro che non possono visionare il menù tradizionale. Ogni piatto è accuratamente descritto in braille, consentendo ai clienti non vedenti o ipovedenti di “leggere” le opzioni culinarie con la punta delle dita. La traduzione non si limita alla denominazione dei piatti, ma include anche informazioni dettagliate su alternative senza glutine e la lista completa degli allergeni, con i relativi prezzi garantendo una consulenza completa e autonoma.
L’OBIETTIVO
«Abbiamo realizzato questo menù – spiega il titolare, Alessandro Golirni – per andare incontro alle specifiche esigenze dei clienti ipovedenti e non vedenti, che altrimenti dovevano chiedere la lettura delle pietanze ai commensali: così potranno recuperare la completa autonomia». La traduzione è stata curata dai volontari dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti della sezione territoriale della città del Santo. «Desidero ringraziare – sottolinea Golirni – in particolare il presidente Lorenzo Martini, perché la traduzione di tutto il menù ha comportato un grande impegno in termini di tempo e pazienza».
«La pizzeria “Al Carmine” – dichiara Federica Luni, presidente dell’associazione provinciale pubblici esercizi – è tra i primi locali in provincia di Padova con il menù interamente tradotto in braille: si tratta di un’iniziativa di eccezionale valore sociale, che proporremo presto a tutti i nostri associati».
Il Gazzettino