A chi dovranno rivolgersi gli 850 lavoratori attualmente impiegati nelle mense degli ospedali del Veneto per sapere se il loro lavoro è garantito o se, invece, dal prossimo...
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LA GARA
La storia inizia quando la neonata Azienda Zero indice una gara per il servizio di ristorazione negli ospedali (tranne quelli in finanza di progetto tipo l'Angelo di Mestre o il Santorso in provincia di Vicenza). È un appalto da 303 milioni di euro per 7 anni di contratto diviso in 6 lotti. A vincere la gara, che viene assegnata lo scorso 28 dicembre, è la Serenissima Ristorazione del vicentino Mario Putin, a suo tempo grande elettore dell'ex governatore Giancarlo Galan, che a questo punto controllerà il 95% delle forniture negli ospedali veneti. Il capitolato della gara escludeva la possibilità di utilizzare le cucine degli ospedali e per la Serenissima, che dispone di un megacentro di cottura a Boara Pisani, peraltro cofinanziato dalla Regione, questo ha rappresentato un vantaggio. Tant'è, tutti i ricorsi presentati da una società concorrente, la Dussmann Service di Milano, sono stati respinti. Al momento resta in piedi solo l'esposto all'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) presieduta da Raffaele Cantone.
LA MOBILITAZIONE
La Serenissima comincerà a fornire i pasti in alcuni ospedali già dalla fine di giugno. Il che significa che chiuderanno le mense, perché l'azienda di Putin preparerà il cibo a Boara con il metodo cook and chill, cioè l'abbattimento dei pasti precotti. Ma gli attuali dipendenti, quelli che lavorano nelle mense interne degli ospedali, che fine faranno? Andranno tutti a Boara? Ne andranno solo alcuni? Il punto è che la clausola sociale, cioè la norma contrattuale che in caso di cambio di appalto prevede il passaggio diretto di tutti i dipendenti da un'azienda ad un'altra, non prevede l'obbligo di riassunzione ma lo vincola al progetto presentato in gara. Cgil, Cisl e Uil hanno calcolato tagli che potrebbero arrivare in alcuni casi anche al 35-40% del personale. «Ma la Regione - hanno detto Margherita Grigolato della Filcams Cgil, Maurizia Rizzo della Fisascat Cisl e Luigino Boscaro della Uiltucs Uil - non ci vede, non ci sente, non ci parla». Tutte le richieste di incontro, infatti, non hanno avuto risposta. Perché? Perché è affare dell'Azienda Zero. Che però dribbla. Azienda Zero ieri ha infatti fatto sapere «di aver concluso con l'assegnazione della gara, dopo 8 pronunciamenti favorevoli del Tar, il suo ruolo di stazione appaltante. I contratti con la ditta Serenissima Ristorazione Spa di Vicenza verranno quindi ora siglati con le singole Ulss a cui spetterà l'esecuzione. Azienda Zero ha terminato quindi il suo mandato relativamente a questa gara».
Ma gli 850 lavoratori manterranno il posto o più di 300 resteranno a casa? Nessuno risponde. Martedì la manifestazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino