Mensa scolastica, battaglia sui costi: tolto lo sconto al secondo figlio

Mensa scolastica, battaglia sui costi: tolto lo sconto al secondo figlio
BADIA POLESINE - Scontro in consiglio comunale sulla mensa. Il servizio di refezione scolastico ha agitato i lavori dell'assemblea durante l'interpellanza presentata dal...

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BADIA POLESINE - Scontro in consiglio comunale sulla mensa. Il servizio di refezione scolastico ha agitato i lavori dell'assemblea durante l'interpellanza presentata dal consigliere di Adesso Badia Idana Casarotto. L'ex assessore all'Istruzione si è rivolta al suo successore, Valeria Targa, per lamentare l'assenza delle agevolazioni alle tariffe per il secondo figlio. «Nei giorni scorsi alcuni genitori di bambini che frequentano la scuola dell'infanzia statale hanno denunciato che avranno una maggiore spesa di circa 200 euro per il servizio e rivendicato il beneficio economico. Sentiamo continuamente parlare di vicinanza e attenzione alle famiglie, ma è con i fatti che si concretizzano gli slogan elettorali. È comprensibile che i genitori si siano uniti in questi giorni per chiedere che l'amministrazione continui a garantire questo supporto alle famiglie più numerose».


 
LE AGEVOLAZIONI
Casarotto ha poi posto una serie di interrogativi specie sul futuro di altre agevolazioni, ipotizzando «il rischio di un allontanamento dei bambini dalle nostre scuole verso altri comuni». La consigliera della minoranza ha poi auspicato un dietrofront da parte dall'esecutivo e si è anche alzata dai banchi subito richiamata dal presidente Leopardi per distribuire al pubblico e alla stampa un prospetto sui costi. La giunta, da parte sua, si è difesa ponendo l'attenzione sulle cifre. «Ricordo che il costo del singolo pasto è di 3,63 euro, se si considera una media di 20 giorni al mese il costo complessivo è di 72,60 euro; in sostanza invariato ha risposto l'assessore Valeria Targa - L'attuale gestione del servizio è informatizzata, con modalità di pagamento totalmente diverse dal passato. Pertanto, si è ritenuto opportuno uniformare le modalità di pagamento tra scuola dell'infanzia e primaria abolendo la retta mensile di quella dell'infanzia in quanto la nuova modalità risulta più equa e corretta».

«Ricordo ha proseguito l'assessore - che fino allo scorso anno, quanti fruivano della scuola dell'infanzia sino a cinque giorni pagavano una retta mensile ridotta di 34 euro mentre, per più di cinque giorni, pagavano la retta intera di 72 euro, anche se il minore aveva frequentato solo 7-8 giorni. Tale modalità aveva incontrato molte critiche nel corso degli anni da parte dei genitori. Viceversa, a oggi, si pagano solo i pasti effettivamente utilizzati con evidente risparmio generalizzato. L'agevolazione si è tolta poiché le nuove modalità di gestione non consentono di mantenerla; per il nido si paga una retta in base all'Isee, mentre per l'infanzia l'importo varia in base ai giorni di effettiva frequenza».
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Il Gazzettino