PADOVA - Arrivano al "lavoro" ogni mattina, domeniche comprese, intorno alle 9: un furgoncino bianco li scarica in prossimità della galleria San Carlo o nelle vie dietro al...
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Una giornata che si trascina uguale fino a sera, interrotta ogni tanto per una "tappa" alla toilette della galleria San Carlo dove però il gruppo di rom transita veloce: la vigilanza privata, infatti, non permette loro di importunare i clienti. All'ora di pranzo dalle borse spuntano bottiglie e panini, poi la questua riprende. È così tutti i giorni, come raccontano i commercianti della zona, mentre di domenica l'accattonaggio si sposta di poche decine di metri per intercettare i fedeli che si recano alla chiesa di San Carlo per la messa. Intorno alle 18,30 torna il furgone bianco che raccoglie il gruppo per riportarlo a casa a Pontevigodarzere.
I mendicanti di San Carlo vivono in una roulotte sistemata al lato del parcheggio a pagamento destinato ai camper e protetto da una sbarra, al capolinea del tram. Ultimamente, come racconta il titolare del bar, si muovono però spesso perché vigili e polizia fanno passaggi frequenti. Ma poi, appena capiscono che la situazione si è tranquillizzata, tornano al parcheggio.
Il gruppo di San Carlo non è l'unica presenza fissa in città. Sabato mattina, i semafori di piazzale stanga sono presidiati da nomadi che bussano con insistenza ai finestrini delle auto in attesa del verde, mostrando un bicchiere di plastica o la mano chiedendo denaro. Poi arriva una pattuglia della polizia locale e i semafori vengono abbandonati velocemente. Una coppia si rifugia tra gli arbusti del distributore di benzina all'angolo con via Turazza in attesa che la pattuglia se ne vada. Altro semaforo, una rom poggia la spazzola sul parabrezza delle auto nonostante i pesanti dinieghi degli automobilisti. Anche lei vede gli agenti, si allontana velocemente, imbocca via Da Tempo ed entra nel cortile dell'associazione "Beati i costruttori di Pace". Si avvicina alla fontanella del giardino, riempie due bottiglie d'acqua e con la spazzola lavavetri sotto il braccio si avvia nuovamente verso il piazzale. Una scena che si ripete tutti i giorni, come raccontano i residenti. I rom vanno e vengono dal piazzale, utilizzano la fontanella a volte anche per darsi una sciacquata. Spesso si portano sul retro del fabbricato e, senza preoccuparsi delle case vicine, utilizzano quello spazio come toilette nonostante don Albino metta loro a disposizione anche dei bagni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino