ODERZO - Il lievito madre è il cuore di una tradizione. È il dna di un alimento. Per questo perdere il cuore del pandoro Melegatti sarebbe un danno irrimediabile....
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LA PROPOSTA
Ma oggi una proposta decisiva arriva da Bioenologia 2.0 di Oderzo. L'azienda, leader nella produzione di lieviti per vino, birra e panificazione, mossa da spirito solidaristico nei confronti di un'eccellenza veneta che ha fatto scuola nel mondo e che ora rischia di andare perduta, ha deciso di offrire il suo aiuto, mettendo a disposizione personale ed impianti, per prendersi cura del lievito madre di Melegatti. Maurizio Polo, amministratore unico di Bioenologia 2.0, intende offrire un aiuto concreto e assolutamente gratuito al fine di preservare un patrimonio unico e prezioso, creato nel 1894, che rappresenta il cuore e l'emblema di un'impresa che ha saputo lavorare e investire sulla qualità. Il lievito madre, che necessita di quotidiane cure e che ogni giorno deve essere rinfrescato per essere impiegato al meglio nell'impasto (di cui si occupa al momento un operaio con encomiabile spirito di responsabilità), potrebbe essere trasferito e custodito all'interno degli stabilimenti di Oderzo in attesa di un'evoluzione post fallimento.
OFFERTA DI AIUTO
Maurizio Polo si impegna ad accudire uno degli ingredienti fondamentali del pandoro Melegatti, e qualora si rendesse necessario, a procedere alla sua mappatura genetica. Un modo per salvare uno dei prodotti più celebri d'Italia, in attesa che si risolva la vertenza sul marchio.
Come noto, il Tribunale ha dichiarato il fallimento della Melegatti. Nella famiglia ex proprietaria si è aperto uno scontro molto acceso, ma tra i dipendenti c'è chi continua a curare il prodotto. E quotidianamente entra nello stabilimento per girare il lievito madre, uno degli ingredienti fondamentali del pandoro, creato nel 1894. Gesto simbolico per una realtà azzerata che vede circa 350 lavoratori, tra stagionali e dipendenti, coinvolti. Una storia travagliata, che sembrava esser sul punto di ripartire grazie alla solidarietà partita dal web per invitare al consumo dei prodotti durante le ultime festività natalizie. A nulla sono valsi anche i tentativi di soccorso dello storico marchio prima dal fondo maltese Abalone e poi dal marchio trevigiano di caffè Hausbrandt. Nulla però si è concretizzato. L'offerta di Bioenologia 2.0 però metterebbe intanto al sicuro l'ingrediente base del celebre dolce. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino