«La Melegatti siamo noi»: il manifesto-lettera dei dipendenti al giudice

«La Melegatti siamo noi»: il manifesto-lettera dei dipendenti al giudice
«La Melegatti siamo noi»: è il titolo del manifesto-lettera che i dipendenti di Melegatti e Nuova Marelli hanno pubblicato oggi, con un inserto a pagamento, sul...

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«La Melegatti siamo noi»: è il titolo del manifesto-lettera che i dipendenti di Melegatti e Nuova Marelli hanno pubblicato oggi, con un inserto a pagamento, sul quotidiano "L'Arena". I lavoratori del gruppo dolciario, sul quale pende un'istanza di fallimento presentata dal pm Alberto Sergio, hanno rivolto un appello al giudice del Tribunale.


Il collegio presieduto da Silvia Rizzuto deve decidere se concedere una proroga per un'eventuale concordato che salverebbe Melegatti, oppure accogliere la richiesta di fallimento. Nel documento si chiede al giudice di aiutare i dipendenti separando il giudizio sull'operato degli amministratori da quello sul futuro di 350 famiglie. «In questa triste storia che viviamo sulla nostra pelle e su quella delle nostre famiglie, vicenda con tantissimi lati poco chiari, anche noi dipendenti, autonomamente, vogliamo dire la nostra» scrivono i lavoratori.

«Nonostante tutto noi rappresentiamo la parte onesta, credibile e seria; noi siamo coloro che fino ad oggi con dignità, sacrificio e senso del dovere - aggiungono - hanno mantenuto in vita l'anima dell'azienda, il suo lievito madre e allo stesso modo stiamo tenendo in vita la speranza». I dipendenti affermano che «oggi ci può essere un domani solo grazie all'unica, credibile, seria e determinata proposta arrivata dal fondo americano D.E. Shaw & Co. che da oltre un anno sta alacremente lavorando per questo e che inspiegabilmente non è stato preso in considerazione, mentre al contrario si sono avvicendate tante situazioni/soluzioni particolarmente curiose». «Ci permetta di continuare a conservare la nostra dignità, a mantenere inalterato l'orgoglio di lavorare per questa grande Azienda e di continuare ad avere un futuro per noi e per le nostre famiglie» conclude la lettera.
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Il Gazzettino