Medicinali spariti dalla farmacia ospedaliera del Ca' Foncello: scatta l'indagine dei Nas

L'ospedale Ca' Foncello
TREVISO - Sono usciti a centinaia dalla farmacia ospedaliera del Ca’ Foncello. Ma di tutti quei farmaci, alcuni anche piuttosto costosi, non c’è traccia nei...

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TREVISO - Sono usciti a centinaia dalla farmacia ospedaliera del Ca’ Foncello. Ma di tutti quei farmaci, alcuni anche piuttosto costosi, non c’è traccia nei registri. Troppi per far pensare a una semplice svista o a una dimenticanza. Per questo ora le carte e i registri sono al vaglio dei carabinieri del Nas. La Procura di Treviso ha aperto infatti un’inchiesta per fare chiarezza sulla gestione della farmacia ospedaliera. C’è già un nome iscritto nel registro degli indagati ma altre persone sono sotto la lente degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà.


 
LA SEGNALAZIONE
Tutto è partito da una segnalazione anonima inviata alla direzione generale a fine giugno. Le anomalie di cui si faceva menzione erano tali da richiedere approfondimenti immediati. Da qui la richiesta di intervento del Nas (Nucleo Antisofisticazione e sanità). «Ci siamo messi subito a disposizione delle indagini fornendo tutto il materiale che ci è stato richiesto per approfondire - spiega il dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi -. E siamo pronti a dare qualsiasi altro aiuto sia necessario per chiarire la vicenda». 

MEDICINALI NON REGISTRATI
A sparire dagli scaffali senza lasciare traccia scritta sono stati farmaci di ogni tipo, alcuni di questi piuttosto costosi. La farmacia ospedaliera si occupa, tra le altre mansioni, di distribuire farmaci e dispositivi medici non soltanto a reparti, rsa, distretti socio sanitari ma anche alle farmacie e direttamente al cittadino, se si tratta di medicinali particolari. Qualsiasi sia la strada imboccata, ogni loro movimento deve essere tracciato. Ultimamente non sarebbe stato così. Le irregolarità sarebbero durate almeno un paio di mesi. Gli accertamenti in corso e su cui vige il più stretto riserbo da parte degli inquirenti riguardano sia i farmaci somministrati nei reparti, sia quelli forniti alle farmacie. Per un totale di centinaia di medicinali.
LE POTESI 
Che fine hanno fatto? Le ipotesi sul tavolo sono tante e vanno dalla sottrazione per uso personale al furto funzionale alla rivendita su canali non autorizzati. Chi non ne ha registrato l’uscita potrebbe aver dispensato pastiglie e fialette a un giro di conoscenti oppure tentato di piazzarle sul mercato nero così da ricavarne un vantaggio economico. Saranno le indagini a fare piena luce sulla vicenda. Oltre alla destinazione dei medicinali spariti dai radar, un altro punto fondamentale da chiarire è quante persone, tra dipendenti ed esterni, sono coinvolte nella faccenda. Le irregolarità sono frutto dell’iniziativa di un singolo o a monte c’era un sistema rodato basato su complicità e connivenze? Interrogativi che al momento rimangono aperti. Dal canto suo l’Ulss ribadisce la totale disponibilità nei confronti degli inquirenti, confidando nell’esito delle indagini. 

Riflettori ancora puntati quindi sui dipendenti dell’Ulss 2. A inizio settembre era toccato all’infermiera Elena Venzo, 48 anni, accusata di aver finto l’inoculazione del vaccino anti Covid ad amici e conoscenti al vax point dell’ex Maber di Villorba.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino