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PADOVA - L'ateneo padovano è al quarto posto per il numero di iscritti al primo anno della Scuola di medicina, per la prima volta senza test d'ingresso a luglio. Il ministero dell'Università ha diffuso ieri i dati relativi a tutti i 45 atenei italiani dove ci si può formare per diventare camici bianchi. Padova, con le sue 3.697 matricole 2.658 sono a Medicina e chirurgia, 245 ad Odontoiatria e 794 a Veterinaria si posiziona poco dietro la Statale di Milano con 3.795 iscritti, i 3.838 della Federico II di Napoli e poi La Sapienza di Roma sul podio con 4.821 nuovi studenti. In tutta Italia sono 64.825 gli studenti iscritti al semestre aperto per il 2025-2026, di cui 54.313 hanno scelto Medicina e chirurgia, 4.473 a Odontoiatria e 6.039 a Veterinaria.
Come funziona
Niente test d'ingresso a luglio: si frequenta fin da subito un semestre aperto con accesso libero e con la contemporanea iscrizione a un altro corso di studio affine tra Farmacia, Biotecnologie e Biologia. A Padova le lezioni saranno tutte online in modalità sincrona, ma durante il mese di settembre l'ateneo darà la possibilità di frequentare a turno in presenza.
Giusto il tempo per ricevere i consigli dei docenti, poi tutti a casa davanti allo schermo e ai libri in vista della vera selezione di fine autunno, quando si dovranno sostenere i tre esami caratterizzanti di Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia.
La graduatoria
Con i punteggi conseguiti si entrerà in una graduatoria nazionale. L'unico requisito per accedere è superare le tre prove, ottenendo almeno 18 punti su 30. Ma è impossibile che tre sufficienze bastino per proseguire al secondo semestre: la competizione a Medicina è già oggi agguerrita ed è destinata ad acuirsi in questi sei mesi, con la collaborazione che sarà roba da puri di cuore. I non ammessi potranno proseguire nel corso affine scelto all'iscrizione con tutti i crediti ottenuti.
Un test d'ingresso che è quindi solo rinviato di sei mesi, ma almeno i posti disponibili cresceranno: il Bo usufruirà della possibilità del ministero di aumentare i posti del 10%, arrivando a 700 iscritti rispetto ai 576 dell'anno scorso. Ma a restare a Padova sarà solo uno studente su cinque.
Per quanto riguarda la didattica del primo semestre, non ci sono alternative alle classi virtuali: il numero di iscritti non consente alternative e la riforma non ha comportato altri fondi ministeriali specifici per gestire la carica di matricole. C'è però da dire che il Ministero dell'Università ha stanziato fondi appositi per gli atenei: nel 2024 oltre alla quota del fondo finanziamento ordinario sono arrivati a Padova circa 6 milioni di euro tra efficientamento energetico, edilizia universitaria e laboratori scientifici.
Il Ministro
Con una lettera rivolta alle matricole, il ministro Anna Maria Bernini ha ricordato il sostegno economico agli atenei, anche per quietare le polemiche di molte Scuole di medicina contrarie alla riforma: «Le università italiane stanno rispondendo con responsabilità ed entusiasmo. E noi, come Ministero, ci siamo. Già lo scorso anno sono stati stanziati 25 milioni destinati all'edilizia e per il 2025 raddoppieranno a 50. Abbiamo portato il Fondo di finanziamento per il sistema universitario a un livello mai raggiunto prima: 9,4 miliardi di euro».
Tornando sulla riforma, Bernini chiarisce l'idea che ha portato a rimuovere il test d'ingresso: «Non è un dettaglio tecnico. È un cambio di paradigma. Si passa dalla selezione alla formazione. Da un quiz a crocette al coraggio di investire davvero sul talento. L'università torna ad essere quello che deve essere: una palestra di crescita, non un muro da scavalcare. Non una porta sbattuta in faccia. I professori, si riappropriano della propria missione: accogliere, non respingere, formare non selezionare». Resta l'intento del governo di aumentare i camici bianchi, ma servirà continuità: per formare un medico ci vogliono 10 anni, il che vuol dire che i risultati della riforma si vedranno tra una decade. Salvo nuove riforme.
Il Gazzettino