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TREVISO - La carenza di camici bianchi non si fa sentire solo nelle zone di collina. Nella parte sud della Marca, dall'ambito di Treviso a quello di Mogliano, mancano 25 medici di famiglia titolari. Oltre il 15 per cento del totale dei buchi da riempire si trova qui. Il punto è stato fatto nella conferenza dei sindaci dell'Usl della Marca andata in scena ieri. A livello provinciale mancano 155 dottori di base titolari, contando pure i prossimi pensionamenti. Se si aggiungono anche i 139 incarichi vacanti nel settore della guardia medica, poi, sempre su base provinciale, emerge la necessità di trovare quasi 300 nuovi medici. Esattamente 294. È questa la richiesta inviata alla Regione.
I DISAGI
Nel frattempo la guardia medica di Paese è chiusa da quasi due anni proprio a causa della carenza di personale. E alla luce di questo i residenti a Zero Branco continuano a fare riferimento principalmente a quella di Mogliano (fermo restando che in caso di necessità è possibile accedere a ogni sede della continuità assistenziale). Entrando nello specifico, nell'ambito territoriale che comprende Mogliano, Preganziol, Zero Branco, Casier e Casale sul Sile mancano 10 dottori di base titolari.
IL QUADRO
Allargando l'orizzonte, mancano 12 dottori di base titolari anche nell'area di Montebelluna, Trevignano e Caerano. Così come in quella di Castelfranco, Vedelago e Resana. Più altri 10 nell'ambito di Conegliano, San Vendemiano e San Pietro di Feletto. «Gli sforzi si stanno concentrando ancora sulla copertura dei posti dei medici di medicina generale e sui turni di guardia medica, ambiti nei quali si sta registrando un lieve miglioramento della situazione. L'assegnazione di 61 zone carenti di medicina generale, delle 97 zone pubblicate, ha consentito di garantire l'assistenza agli assistiti dei medici cessati nei primi mesi dell'anno - è il quadro uscito ieri dalla conferenza dei sindaci dell'Usl, guidata dalla presidente Paola Roma, sindaca di Ponte di Piave - la numerosità delle assegnazioni rispetto allo scorso anno fa ritenere efficace la strategia di pubblicare le zone carenti per ambito territoriale, senza vincolo di apertura dell'ambulatorio in una zona determinata». Insomma, si sta facendo tutto il possibile. «Continua l'impegno quotidiano dell'azienda sanitaria nella ricerca di medici come di nuove soluzioni per contenere la grave carenza» si specifica.
LA PROPOSTA
Tra le ipotesi allo studio, in particolare, c'è anche quella di avviare un sistema di trasporti sociali in collaborazione con i Comuni, soprattutto nella zona della pedemontana, per permettere agli anziani e alle persone in difficoltà di raggiungere l'ambulatorio del proprio medico in modo più agevole. «L'azienda, in collaborazione con le amministrazioni comunali - concludono dalla conferenza dei sindaci dell'Usl - continua a perseguire tutte le opzioni possibili per garantire i servizi sul territorio, nonostante le note difficoltà legate a un'errata programmazione a livello nazionale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino