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VITTORIO VENETO - «Un primario di Conegliano è fuggito solo perché gli abbiamo detto che la radiologia non girava e che così non poteva andare avanti. O si metteva in riga o sennò lo mettevamo in riga noi. Ha preferito andare via. Certo, è più comodo andare nel privato a prendere 6mila, 7mila euro e non avere il problema di garantire le guardie, il presidio di Vittorio Veneto, le liste d'attesa. Questa è la verità». È un attacco frontale quello che Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, ha scandito lunedì sera intervenendo nel consiglio comunale di Vittorio Veneto. Non sono stati citati dei nomi, ma nel mirino ci sono in primis le dimissioni presentate da Gianluca Piccoli, 49 anni, attuale primario della radiologia di Conegliano, alla guida del reparto dal 2015. Tanto che lo stesso specialista fa sapere che ha già messo la questione nelle mani del proprio avvocato. Si annunciano querele e l'inizio di una battaglia legale. Benazzi però non si è fermato qui.
LINEA FERMA
«La fuga dei primari? C'è perché li mettiamo sotto a lavorare - dice - quelli che non hanno coraggio e non hanno un'etica, se ne vanno.
Tra l'altro quelle di Piccoli non sono le uniche dimissioni volontarie di un primario dell'Usl. Solo nell'ultimo periodo ci sono state anche quelle presentate da Roberto Baccichet, 61 anni, primario di ginecologia e ostetricia a Oderzo, che lascerà alla fine di novembre dopo otto anni alla guida del reparto. A dicembre farà decollare un nuovo reparto di ginecologia nella casa di cura privata convenzionata Giovanni XXIII di Monastier. Non da ultimo, si sono poi aggiunte le dimissioni di Carlo Biasiutti, 61 anni, primario della radiologia di Castelfranco, assieme a quelle di Alessandro Pedrazzoli, 54 anni, medico dell'equipe della stessa radiologia castellana. In tutto ciò va sottolineato che l'Usl della Marca resta attrattiva. Negli ultimi tre anni ha conferito 59 nuovi incarichi ad altrettanti primari. Ed è quella che in Veneto ha istituito più unità operative semplici e dipartimentali (104 le prime e 23 le seconde). Fatto sta che la carenza di camici bianchi continuerà a farsi sentire almeno fino alla fine del 2024. «Su Vittorio Veneto c'è l'impegno a ripristinare specialità di base come ortopedia, urologia e gastroenterologia ha elencato Benazzi su ginecologia, invece, non posso promettere nulla perché non ho medici: i ginecologi non si trovano».
IL PUNTO NASCITE
Il punto nascite dell'ospedale di Costa, chiuso nel marzo del 2020, al momento non riaprirà. Così come gli ambulatori di ginecologia. Resta confermato il trasferimento a Conegliano, dove tra l'altro mancano 6 ginecologi e ora si coprono 18 turni a settimana con medici dalle cooperativa o in libera professione. Intanto il prossimo anno, quando arriveranno gli specialisti, potranno tornare gli ambulatori di ortopedia, urologia e gastroenterologia. Mentre resta ancora l'incognita sul ripristino della sala gessi nella struttura di via Forlanini: ora qui viene garantito, in caso di frattura o slogatura, solo la radiografia, poi il paziente viene indirizzato a Conegliano.
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Il Gazzettino