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TREVISO - Oltre 20mila visite specialistiche rinviate a data da destinarsi. Alle quali bisognerà poi aggiungere gli interventi chirurgici. Gli ospedali tornano a sospendere parte delle prestazioni sanitarie non urgenti. E i numeri potrebbero continuare a crescere anche in gennaio. È l’effetto della quarta ondata del coronavirus nel trevigiano, sempre più impetuosa. Tra i 328 pazienti positivi ricoverati (35 in Terapia intensiva), l’attività per i tamponi nei Covid point e la campagna vaccinale, è impossibile rispondere subito a tutti. «Nessuno avrebbe mai pensato di trovarsi ancora una volta davanti a uno tsunami di questo tipo – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – Nel 2020, anno di esplosione dell’epidemia, avevamo accumulato 40mila prestazioni. Nel corso dei mesi ne avevamo recuperate parecchie, scendendo a 9mila visite cosiddette “galleggianti”. Adesso, invece, siamo tornati attorno alle 20mila prestazioni sospese». Non si può fare altrimenti davanti all’enorme mole di lavoro sul fronte Covid. Basti pensare che 600 persone, tra medici, infermieri e oss, sono impegnate ogni giorno a fare tamponi e a somministrare vaccini. «Ogni giorno, solo per questo – rimarca il direttore generale – il tutto continuando a gestire non solo i ricoveri Covid ma anche quelli non Covid. Ci scusiamo con i cittadini e con le mamme e i papà che hanno accompagnato i figli. Abbiamo potenziato tutte le linee al massimo. Non possiamo fare di più. Nei prossimi giorni, con la chiusura delle quarantene nelle scuole, la situazione dovrebbe gradualmente migliorare». Ieri l’Usl ha effettuato 11.380 (9.180 ai Covid Point più i monitoraggi). E con le farmacie si sale tra i 13mila e i 14mila.
IL DETTAGLIO
I rinvii riguardano in particolare le prestazioni di radiologia, dermatologia, gastroenterologia, oculistica e cardiologia. Più la pneumologia, che vede ancora gli specialisti impegnati nelle aree sub-intensive. «Ci scusiamo con i cittadini.
LA SPESA
La guerra al Covid nel 2021 è costata esattamente 54 milioni di euro, tra personale, impianti, adeguamenti e così via. Oltre a questo capitolo specifico, che va per conto proprio, l’azienda sanitaria si prepara a chiudere l’anno con un attivo di 9,7 milioni di euro. È vero che dall’altra parte il bilancio economico preventivo per il 2022 appena approvato prevede un buco di quasi 85 milioni, al netto del Covid. Ma è anche vero che il nuovo bilancio è di fatto ancora in fase di costruzione. Si vedrà. Intanto i conti tornano. E le scadenze vengono rispettate. Il tutto nonostante l’esplosione del caro-bollette. L’Usl ha registrato un aumento di quasi il 20%. In moneta sonante, vuol dire 11 milioni di euro in più. E tra questi, oltre 6 milioni solo per le maggiori spese di riscaldamento. «Ci aspettiamo un incremento delle utenze anche per l’anno prossimo - anticipa Patrizia Mangione, direttore amministrativo dell’Usl - Ma l’azienda sanitaria è in una situazione solida. Nel corso di quest’anno ha realizzato 41 milioni di euro di investimenti. Per quanto riguarda il capitolo Covid, invece, presumiamo di chiudere in pareggio. Di recente la Regione ha fatto un’assegnazione di 31 milioni di euro, che copre il 58% del totale. Con il consuntivo tireremo le fila nei dettagli».
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Il Gazzettino