Dopo i medici argentini in corsia arrivano anche gli infermieri indiani

Infermieri (foto di archivio)
PORDENONE - Dopo i medici argentini, nelle corsie degli ospedali e delle Rsa regionali, gli infermieri indiani. Potrebbe mettersi in coda anche il Friuli Venezia Giulia per...

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PORDENONE - Dopo i medici argentini, nelle corsie degli ospedali e delle Rsa regionali, gli infermieri indiani. Potrebbe mettersi in coda anche il Friuli Venezia Giulia per far arrivare nelle strutture sanitarie del territorio gli infermieri che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, sta cercando in India. Lo ha annunciato nei giorni scorsi spiegando che sta lavorando per fare un patto con lo stato asiatico, cosa che ha già fatto il Giappone e qualche altro Stato.


Del resto la carenza di infermieri interessa non solo la regione e l'intera Italia, ma tutta l'Europa e quindi è necessario correre ai ripari. Per ora l'assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi, non si è espresso sulla questione, ma è evidente che se fosse possibile coprire almeno qualche falla nell'organico degli infermieri non sarebbe male. E poco importa se arrivano dall'India, basta che sappiano lavorare e soprattutto conoscano la lingua italiana , altrimenti sarebbe un grosso problema.


La grave carenza di infermieri negli ospedali sta assumendo proporzioni sempre più critiche, con conseguenze drammatiche soprattutto nelle Rsa, diverse delle quali sono costrette a ridurre i posti letto oppure a prestare un servizio non certo all'altezza. I motivi alla base di questa situazione sono ormai noti: stipendi tra i più bassi, mancanza di opportunità di carriera e turni massacranti. Di pari passo con questa carenza, si registra una crescente emigrazione di infermieri, soprattutto i più giovani, verso Paesi europei (Germania e Paesi Bassi, oppure Svizzera e Gran Bretagna) dove gli stipendi sono più alti e le opportunità di avanzamento professionale sono garantite. Quelli più anziani, invece, sempre più spesso optano per le strutture private lasciando scoperto il servizio pubblico. Secondo i dati forniti dalle organizzazioni sindacali tra il 2000 e il 2021 in regione se ne sono andati circa duemila500 infermieri. Tuttavia, la situazione è diventata ancora più preoccupante nel triennio 2019-2023, quando quasi 1.400 professionisti hanno abbandonato le strutture. Una tendenza che sembra inarrestabile. Rispetto alla pianta organica oggi, ma i dati non potrebbero essere arrotondati per difetto, mancherebbe in regione oltre 1.300 infermieri.


Non ha dubbi il direttore dell'Asfo, Giuseppe Tonutti. «Quella di far arrivare nelle nostre strutture infermieri indiani è una possibilità che - se effettivamente possibile - deve essere colta, perchè le carenze ci ci sono, ma soprattutto non si vedono sviluppi futuri positivi sul fronte dei numeri. Ovviamente devono conoscere bene l'italiano».
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Il Gazzettino