MILANO - «Non ho mai ricevuto o richiesto somme di denaro da Mazzacurati». Lo ha spiegato l'ex deputato del Pdl ed ex consigliere politico di Tremonti, Marco Milanese, nel...
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Milanese ha quindi raccontato che fu Tremonti, dopo aver parlato con Mazzacurati e averlo rassicurato sugli stanziamenti al Mose, «a dirmi di dare informazioni al capo del Consorzio, io non lo conoscevo, malgrado mi abbia accusato dico che era una brava persona, anche se un po’ ansioso e "rompi co..."». L’ex parlamentare ha aggiunto di aver detto a Mazzacurati «di stare tranquillo perché era già stato rassicurato dal ministro e i soldi per l'opera sarebbero arrivati, c'era solo un problema tecnico-politico che si sarebbe sbloccato». Il Mose, ha chiarito Milanese, «era diventato in quel periodo la bandiera della Lega, Zaia aveva fatto capire che si sarebbe fatto e Tremonti aveva rapporti strettissimi con il Carroccio». Milanese ha spiegato anche che i rapporti con Mazzacurati «li intrattenevo tramite Roberto Meneguzzo, amico da 30 anni di Tremonti». Tuttavia, ha ribadito che negli incontri dell'aprile e del giugno 2010 negli uffici milanesi della Palladio finanziaria con Meneguzzo e Mazzacurati non ha preso soldi, «né ho mai visto Mazzacurati consegnare una scatola nera». Milanese ha aggiunto che le informazioni le prendeva da Vincenzo Fortunato, che era capo di Gabinetto del ministero, ma in realtà aveva spesso «dati sbagliati», tanto che la delibera del Cipe sui fondi al Mose «arrivò nel novembre 2010 e non nel maggio come io avevo saputo».
L'ex braccio destro di Tremonti ha affrontato anche un altro capitolo dell'inchiesta per il quale è indagato e non imputato: una presunta tangente da 500mila euro che sarebbe stata versata sempre da Mazzacurati e sempre tramite Meneguzzo, per corrompere l'ex generale della Gdf Emilio Spaziante in merito a verifiche fiscali al Cvn. «Meneguzzo - ha detto Milanese - mi parlò del problema della verifica, io nei parlai prima con Tremonti e poi chiamai Spaziante. Il generale mi disse che il problema sul Consorzio era grave». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino