PORDENONE - Il diritto alla vita è lo stesso per tutti. Luciano Battiston l'ha imparato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove a 21 anni è stato internato per sei...
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Come è arrivato a Mauthausen?
«Non volli arruolarmi fra i repubblichini di Salò. Passai settimane senza poter uscire di casa, con la paura che mi scoprissero. Poi qualcuno, tuttora non si sa chi sia stato, tagliò i 5 pali della linea telefonica che i tedeschi avevano costruito a Fagnigola. Qualche repubblichino del paese fece il mio nome e quello di altri 12. Nel 1945 fummo condannati a morte».
Come si salvò?
«Chiedemmo la grazia, ma in 9 furono fucilati al carcere di Pordenone. Io fui trasferito al carcere di Udine e da lì, dopo 24 ore, a Mauthausen. Fu un viaggio di 5 giorni, su un vagone bestiame. Senz'acqua, senza bagni. Poi 3 km a piedi, ammanettati, fino al campo».
Il Gazzettino