Venezia. Addio a Maurizio Baratello, il commercialista prestato alla politica: stroncato da un malore a 70 anni

Addio a Maurizio Baratello, il commercialista prestato alla politica: stroncato da un malore a 70 anni
VENEZIA - Una settimana fa era stato al lavoro in studio come era sempre solito fare. Poi era andato a casa, al Lido, e lì si era sentito male. Ictus fulminante. Sono stati...

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VENEZIA - Una settimana fa era stato al lavoro in studio come era sempre solito fare. Poi era andato a casa, al Lido, e lì si era sentito male. Ictus fulminante. Sono stati chiamati i soccorsi, ma la corsa all'ospedale Civile è stata inutile e dopo una settimana si è spento come una candela che ha esaurito la cera. Ci ha lasciati così Maurizio Baratello, dottore commercialista e consigliere comunale per oltre un ventennio con sindaci Massimo Cacciari (i tre mandati), Paolo Costa e Giorgio Orsoni. Sempre dalla parte del centrosinistra, prima col Pds, poi con i Ds e infine con il Pd fino al divorzio, avvenuto dopo l'inizio del mandato di Luigi Brugnaro. In quel frangente, Baratello come altri ex colleghi, non si era candidato per il Consiglio.


«Aveva compiuto 70 anni lo scorso dicembre, ma aveva energia da vendere - ricordano nel suo studio di commercialista, che si trova ai piedi di ponte de l'Olio (ex Coin) - era andato in pensione da qualche anno, ma continuava a lavorare almeno 8 ore al giorno. Arrivavano sempre nuovi clienti e ogni nuova sfida lo entusiasmava. Nessuno avrebbe pensato che sarebbe finita così».

LAVORO E POLITICA

Baratello aveva mosso i primi passi in Comune come dipendente. Vi aveva lavorato per diversi anni, ma poi, all'inizio degli anni Novanta, aveva deciso di fare il grande passo, passando da dipendente a libero professionista. Un passo importante, al quale ne seguirono molti altri, in concomitanza con la crescita dello studio.
«Papà era un grandissimo lavoratore - ricorda la figlia Giovanna, che vive a Milano - si preoccupava tantissimo delle persone che lavoravano con lui. E amava tantissimo Venezia e per il bene della sua città era pronto a combattere. Era un uomo di sinistra, ma non si tirò indietro quando credeva che il suo partito fosse da criticare. Non mollava mai e questo me lo ha sempre insegnato anche a me. Ricordo l'ottimismo con cui mi esortava a battermi per i miei ideali. Ci teneva che io e mia sorella fossimo persone indipendenti. Me lo porterò sempre dentro, questo insegnamento».
La politica era la grande passione di Baratello. E infatti, nel 2020, si preparò a tornare in campo, con la lista Idea Comune che nei suoi piani doveva rimanere svincolata da ogni partito. Non andò bene, ma si rialzò subito dopo. Mise la sua professionalità per cercare di risolvere il pasticcio dei derivati, in cui il Comune si era cacciato nei primi anni Duemila e non esitò a scontrarsi con colleghi e assessori della sua maggioranza. Aveva avuto ragione.
«Era un vero politico - lo ricorda un altro professionista prestato alla politica, Michele Scibelli - lavorava solo ed esclusivamente nell'interesse delle parti più deboli identificandosi in una precisa area politica a cui credeva da sempre. Da poco avevamo condiviso una bellissima frase "chi non fa politica prima o poi la subisce" . Lo dovremmo prendere ad esempio».
«Sono sconvolto - commenta l'assessore Sebastiano Costalonga - lo ricordo come una persona correttissima ed eravamo in ottimi rapporti malgrado provenissimo da partiti agli antipodi. Era venuto a trovarmi una ventina di giorni fa. Mi dispiace davvero molto».
«Un federalista illuminato ma inascoltato - lo ricorda l'ex deputato Nicola Pellicani - La sua proposta federalista metteva al centro la città».


Lascia la moglie Ornella e le figlie Giovanna e Chiara. Funerali giovedì alle 11 ai Santi Giovanni e Paolo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino