BELLUNO - Il piccolo grande uomo del Comelico compie 70 anni e li festeggia attento a non autocelebrarsi. Non sarebbe nel suo stile. Il Grillo De Zolt, nome di battesimo...
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LA RIVELAZIONE
Maurilio De Zolt scoprì di essere un fondista di livello internazionale a 27 anni. «Eppure, i compaesani mi dicevano “Ma dove credi di andare?”» ricorda il Grillo. Un po’ alla volta, arrivarono i trionfi. Individuali e a squadre. L’esplosione ai Mondiali a Seefeld (Austria) del 1985. Tre medaglie. «La prima, il bronzo nella 15 km: fu il momento in cui sentii di avere raggiunto il mio scopo». Ovvero, dimostrare con i fatti che non era lì per caso. È per questo motivo che se gli chiedete quale sia il suo trionfo più grande, prima di citare il leggendario oro olimpico con la staffetta 4x10 a Lillehammer, Maurilio vi parlerà di Seefeld. Senza dimenticare sconfitte brucianti, che a distanza di 30 anni attribuisce anche alla scarsa fiducia degli skimen. «Indicai un tipo di sciolina, ma ne usarono un’altra. Se mi avessero ascoltato avrei potuto vincere l’oro alle Olimpiadi di Calgary 1988 e anche ai Mondiali del 1983». Torna a galla quel sentimento di diffidenza che De Zolt avvertiva a volte attorno a sé. Prima i compaesani, poi lo staff. Ma è solo un momento. Non c’è rabbia. «In fondo, fa parte del gioco», ammette oggi, lui che non vuole sentire parlare di pigrizia e ogni giorno si dà uno scopo. «Curare l’orto, andare a funghi, tagliare la legna. E poi vado a correre». Durante il lockdown, in un’intervista al Gazzettino non aveva nascosto la propria insofferenza per norme che definiva “dittatoriali”. «Io non contagio gli alberi e gli alberi non contagiano me» lo slogan, perfetto per giustificare le sue fughe nel bosco, quando perfino percorrere i sentieri era proibito.
TRA SCIALPINISMO E BIATHLON
I suoi 70 anni Maurilio li vive da sportivo vero. Lo potreste vedere in sella a una bicicletta su qualche tornante dolomitico o più facilmente praticare scialpinismo con gli amici. Non è rimasto un discepolo del fondo, anzi ammette che oggi lo annoia. «Se avessi 15 anni oggi, forse sceglierei il biathlon».
GLI AUGURI DI MALAGÒ
A 70 anni il Grillo si è conquistato il rispetto di tutto il mondo sportivo, quella diffidenza odiosa che ne alimentava la motivazione oggi lascia spazio alla possibilità di dire di no a proposte importanti. Come quella di Giovanni Malagò, il presidente del Coni, che ha inviato al Gazzettino una bellissima lettera di auguri. “Lo sport italiano festeggia oggi un grande campione dello sport - scrive Malagò -. Quel piccolo grande uomo che ha saputo regalarci emozioni uniche... non solo ha reso grande lo sci di fondo azzurro, ma ha saputo andare oltre le leggi della fisica. In pochi avrebbero scommesso su quel 27enne che iniziava a ottenere i suoi primi risultati ad alto livello, quando molti dei suoi coetanei, proprio a quell’età e a quei tempi, iniziavano la loro fase discendente. Ci ha trasmesso la passione per lo sci di fondo. I Giochi olimpici invernali di Milano Cortina non potranno che trovare in lui il testimonial ideale per il territorio del Comelico, fiore delle Dolomiti e patrimonio dell’Unesco. Buon compleanno Grillo!”.
TESTIMONIAL? ANCHE NO Il massimo dirigente dello sport azzurro vorrebbe quindi coinvolgere De Zolt nella macchina organizzativa per le Olimpiadi 2026, ma il Grillo sembra voler declinare l’invito. «Malagò mi è sempre stato vicino, comportandosi correttamente con me - dice Maurilio - però io ero più bravo a fare la 50 km che a parlare».
Il Gazzettino