MOGLIANO - (M.F.) «È stata una faticaccia. Dopo la seconda prova scritta andrà a fare terapie e massaggi. Come dopo una gara». Bebe Vio, la campionessa...
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Non è stato semplice. Subito dopo la prova ha confidato la sua fatica al padre. «Con le protesi, non avendo il polso, per scrivere deve lavorare con la spalla e tenere il gomito molto alto - spiega Ruggero Vio - è uscita massacrata. Ha fatto tre ore di brutta. Poi si è riposata per mezz'ora. E di seguito ha fatto la bella». È stata tra gli ultimi a uscire. Avrebbe potuto affrontare il compito con l'ausilio di un computer. Ma non ha voluto. «Non voleva fare le cose in modo diverso dagli altri - rivela il padre - non vuole avere vantaggi, come li chiama lei. Dice che le mancano solo dei pezzi e che quando mette le protesi è a posto. Anche se non è proprio così». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino