Ilaria morta per tumore subito dopo la maturità: «Intitoliamo a lei la scuola»

Ilaria morta per tumore subito dopo la maturità: «Intitoliamo a lei la scuola»
“Cara Ilaria, se potessi ti farei intitolare una scuola”: inizia così una commovente lettera che il responsabile dell’Area Giovani del Cro di Aviano,...

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“Cara Ilaria, se potessi ti farei intitolare una scuola”: inizia così una commovente lettera che il responsabile dell’Area Giovani del Cro di Aviano, Maurizio Mascarin, ha indirizzato idealmente alla sua paziente, Ilaria Di Carlo, morta dopo aver strenuamente combattuto la malattia e aver conseguito, tra difficoltà indicibili, il diploma di maturità. Ilaria Di Carlo aveva solo 20 anni e abitava a Maniago con la famiglia. Ha scoperto il tumore lo scorso ottobre, ma con determinazione ha voluto terminare gli studi: il 16 giugno ha ottenuto 88 al diploma dell’indirizzo Socio-sanitario dell'istituto Flora. Pochi giorni dopo, si è spenta.



LE PAROLE DEL PRIMARIO
«Di solito le scuole vengono intitolate a personaggi che hanno fatto la nostra storia, o a illustri scienziati - prosegue la riflessione di Maurizio Mascarin - Più raramente questo onore viene concesso a chi ha dato un significativo contributo nel campo dell’educazione. Tu, cara Ilaria, rientri in quest’ultimo gruppo. Da un letto di ospedale, hai saputo dare valore agli ultimi mesi della tua vita attraverso l’impegno per la scuola con il superamento dell’esame di Maturità. La tua vita, anche se al termine, ha ritrovato significato per te e per tutti coloro che ti volevano bene - conclude il primario - Attraverso un progetto scolastico che a molti sembrava irraggiungibile e forse superfluo di fronte alla gravità della malattia, la scuola ti ha tenuta in vita e ha dato senso al tuo lottare. Grazie Ilaria per l’insegnamento che ci hai lasciato, grazie ai docenti della scuola in ospedale che nelle difficoltà ci hanno creduto quanto te, e grazie infine alla scuola che è casa e famiglia per tanti nostri ragazzi».

L’EDIFICIO

Un appello che potrebbe trovare ben presto terreno fertile proprio nel paese in cui Ilaria è cresciuta e nel quale ora riposa: Fanna. Nel piccolo centro pedemontano il destino vuole che in questi mesi si stia realizzando ex novo la scuola primaria. In molti, in paese, hanno subito pensato che non sarebbe un affronto cambiare l’attuale denominazione; anzi, Aristide Gabelli, che oggi dà il nome alla struttura, sarebbe di certo fiero dell’esempio che la ragazza ha dato, affrontando con determinazione e abnegazione gli studi che l’hanno portata a completare il ciclo di istruzione superiore due settimane prima di morire. La scuola, secondo Gabelli - pedagogista a fine ’800 - deve non solo liberare l’individuo dall’ignoranza, ma anche metterlo in grado di pensare autonomamente esercitando il senso critico, in modo da poter partecipare utilmente alla vita sociale e civile e contribuire allo sviluppo economico del paese. Intitolare la scuola del suo paese a Ilaria, potrebbe essere illuminante per far capire ai giovani quanto importante sia superare, con lo studio, ogni difficoltà.

 

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Il Gazzettino