Ucciso dalla fidanzata. L'ultimo addio a Mattia Caruso. Le parole commosse della mamma: «Ho compassione per i genitori di Valentina»

ALBIGNASEGO - «Mio figlio è morto ma ho compassione per i genitori di Valentina». Parole spiazzanti, granitiche. Parole che lasciano capire quanto anche nel...

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ALBIGNASEGO - «Mio figlio è morto ma ho compassione per i genitori di Valentina». Parole spiazzanti, granitiche. Parole che lasciano capire quanto anche nel più cupo dei dolori quello di un genitore che vede un figlio assassinato possano trovare spazio la compassione e la dignità umana. Sì perché queste parole vengono da Rosanna, la madre di Mattia Caruso. Le ha confidate a don Paolo, che ieri ha voluto però citarle sull'altare. Parole che si accompagnano al grido che è risuonato, forte e ripetuto, tanto all'ingresso della bara in chiesa quanto all'uscita: «Giustizia per Mattia!».


LO SFOGO
«Vogliamo giustizia, sia fatta giustizia per Mattia». L'hanno gridato gli amici e i parenti. A squarciagola, all'intero sagrato, mentre il feretro veniva sollevato in aria e mentre veniva esposta una grande fotografia del ragazzo dove campeggiava lo stesso messaggio: «Giustizia per Mattia». Lo stesso è accaduto un'ora più tardi, durante la commemorazione sul sagrato. «Urliamolo tutti, Mattia merita giustizia» sono tornati a scandire familiari e amici.
Un messaggio chiaro, che fin dal giorno dell'omicidio è stato il baluardo della famiglia Caruso. L'aveva detto fin da subito la sorella Melinda, quando ancora l'assassino del trentenne non aveva un nome, quando ancora la versione fornita dall'omicida rea confessa Valentina Boscaro incolpava uno sconosciuto incappucciato. «Mio fratello merita verità e giustizia» aveva spiegato in lacrime la sorella.


LA SITUAZIONE
Poi, a quattro giorni dall'omicidio, la fidanzata 31enne di Caruso ha confessato sprofondando in un baratro ancor più profondo i parenti di Mattia. «Non eravamo favorevoli alla loro relazione ma mai, mai, avremmo potuto pensare che fosse stata lei a ucciderlo» avevano commentato i familiari. E a quel punto anche la madre Rosanna ha invocato giustizia per il figlio. «Ogni giorno mi immagino di vederlo entrare dalla porta. Non posso accettare che lui sia morto e che sia morto per mano di chi avrebbe dovuto amarlo, di chi lui amava. E non posso accettare che lui non ci sia più mentre lei non è nemmeno andata in carcere».


Valentina Boscaro, classe 1991, si trova infatti agli arresti domiciliari dal giorno in cui ha confessato l'omicidio, che a oggi però resta ancora senza un reale movente. Una scelta, quella di non portarla in carcere, che ha suscitato sgomento e non poche polemiche. «Noi siamo al funerale di un ragazzo di trent'anni e lei è a casa, sul divano, con il braccialetto elettronico» è stato il commento di un amico della vittima al suo arrivo sul sagrato. La scelta della misura cautelare è stata presa dal pubblico ministero titolare dell'indagine ancora in corso. Boscaro ha infatti una figlia di tre anni che attualmente si trova con il padre (la situazione è stata segnalata per competenza anche al Tribunale per i minorenni di Venezia, ndr), ma la ragione per cui non si è optato per la carcerazione è che i domiciliari e l'uso del braccialetto elettronico in questa fase sono stati ritenuti sufficienti per contrastare l'eventuale pericolo di fuga. «Voglio riportare le parole che Rosanna mi ha detto in questi giorni ha spiegato don Paolo durante l'omelia Ha detto di provare compassione per i genitori della donna che le ha ucciso il figlio. Siano queste parole un monito per tutti noi». «Non ti dimenticheremo mai Mattia, mai. Meriti che sia fatta giustizia fratello nostro» hanno scandito i cugini all'uscita del feretro dalla chiesa. E lo stesso messaggio è stato più volte ribadito anche al termine della cerimonia religiosa, quando amici e parenti si sono riuniti in via Don Milani per salutare tutti insieme il trentenne prima che il feretro fosse prelevato dal carro funebre per essere portato alla cremazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino