Salvini visita il centro profughi Tensione con un gruppo di eritrei

BAGNOLI - Attimi di tensione oggi, venerdì 4 novembre, a conclusione della visita del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini all'ex base...

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BAGNOLI - Attimi di tensione oggi, venerdì 4 novembre, a conclusione della visita del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini all'ex base dell'aeronautica di Bagnoli (Padova) che ospita circa 800 richiedenti asilo.

Sono dovuti intervenuti i carabinieri per forzare un cordone di migranti che, posizionati davanti al cancello, ha cercato di impedire l'uscita al leader del Carroccio. «Questo è un gruppo di eritrei - ha raccontato Salvini all'uscita - piu arrabbiati di altri perchè la prefettura aveva promesso loro che in 40 giorni sarebbero stati dove volevano, ma si è rivelata la solita bufala. Di certo sono più arrabbiati con Renzi e Alfano che con Salvini. Mi hanno parlato, protestano, ogni tanto qualcuno alza la voce. Io invito tutti all'obiezione di coscienza. Le imposizioni folli dei prefetti su requisizioni alberghi, parrocchie, appartamenti sono assurde. Io invito i cittadini a dire no, le parrocchie a dire di no. Perfino Papa Francesco ha detto che bisogna iniziare a distinguere tra immigrati e rifugiati. Bisogna dire dei no. Serve la disobbedienza civile».

«I dati dicono che per l'80% si tratta di clandestini. Ad ottobre in Veneto su 5452 richieste di asilo i rifugiati riconosciuti sono stati 306, quindi il 6/7% mentre coloro che non sono riconosciuti profughi, sono irreperibili o scomparsi sono più di 4200 quindi non stiamo dando ospitalità a gente che scappa dalla guerra ma accogliendo migliaia di clandestini». Così il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini a conclusione della visita al centro di accoglienza. «Qui dentro ho visto i problemi di quella che non è accoglienza ma un casino, qui c'è gente a cui era stato promessa l'identificazione e la libertà di andarsene entro un mese e sono qui dalla mattina alla sera da mesi senza fare niente» ha concluso.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino