ASOLO - Duemila abitanti in estate, 30 in inverno. Benvenuti a Ny Alesund, l’insediamento più a nord della terra. Qui, nel cuore dell’Artide, dove il sole...
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È uno dei sette cervelli ospitati da Dirigibile Italia, la stazione governativa italiana dedicata a Umberto Nobile, in ricordo della spedizione polare del 1928. Studia e lavora al Polo insieme a un team di giovani studiosi da Francia, Spagna, Germania, Cina, Norvegia e Corea del Nord che si occupano di clima, natura e, nel suo caso, inquinamento dell’aria. Il suo obiettivo è cercare di capire come si comporta la natura in questi luoghi ma soprattutto come l’attività dell’uomo possa intaccare questi ambienti remoti.
Che tipo di lavoro sta svolgendo a Dirigibile Italia?
«Sono PhD student di Scienze Ambientali a Ca’ Foscari. Il mio progetto di ricerca verte sul campionamento di aerosol atmosferico (le polveri disperse in atmosfera) del circolo polare artico dal 2010 in poi».
Cosa siete riusciti a capire circa l’impatto dell’inquinamento sulle periferie della terra?
«Sappiamo che certi inquinanti di origine umana riescono ad arrivare anche a queste latitudini. Dobbiamo capire che tipo di contaminazioni ci sono però. Le nostre ricerche sono cominciate nel 2010, la pluriennalità è fondamentale in questi ambiti. Diciamo che sappiamo già numerose cose per quanto riguarda il movimento delle masse d’aria, sappiamo che certi inquinanti di origine umana riescono più o meno facilmente a raggiungere questi luoghi».
Che viaggio si compie per arrivare in una stazione scientifica al Polo Nord?
«Sono partito domenica 25 febbraio: Venezia-Francoforte, Francoforte-Oslo.Ad Oslo ho dormito una notte e il 26 ho fatto Oslo-Tromso, Tromso-Longyearbyen. Sempre in aereo. A Longyearbyen mi sono dovuto fermare 2 giorni, perchè il maltempo non permetteva l’ultimo volo per Ny Alesund: si tratta di un piccolo veivolo ad eliche, quando c’è la tempesta di neve l’isola rimane isolata».
Che impatto ha avuto con Ny Alesund?
«È un città artica, dove tutto è ridotto al necessario. Qui hanno sede 11 istituzioni provenienti da 10 paesi posseggono delle basi (3 delle quali sono attive per tutto l’anno): in ordine cronologico sono Norvegia, Germania, Giappone, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Francia, Corea del Sud, Cina e India. In più, scienziati di nazionalità ancora diverse possono collaborare in progetti di ricerca in ambito climatico, ambientale, atmosferico, astronomico, marino, oceanografico, geologico, glaciologico. Rispetto all’Europa continentale, ovviamente, è un altro modo».
Quanto dura il progetto?
«Starò qui un mese e mezzo, siamo 45 ricercatori da tutta Europa. Oltre all’Italia, Spagna, Francia, Germania, Norvegia. Dirigibile Italia è in grado di ospitare fino a sette ricercatori nella sede».
Come si svolge la giornata tipo?
«La giornata tipo inizia alle 8,30. Colazione, poi la mattinata nella stazione Dirigibile Italia per gli incontri e la corrispondenza. Dopo si va al sito di campionamento di Gruvebadet, alle pendici delle Zeppelin mountain, dove si effettuano le ricerche alla climate change tower o al marine lab».
A Ny Alesund c’è un solo negozio, Kongsfjordbutikken, aperto un’ora per due volte la settimana. E un solo caffè, Mellageret, che funziona il sabato dalle 21 alle 2. Esiste un concetto di vita sociale in Artide?
«Con una temperatura che va dai -12 ai -30 percepiti d’inverno si cerca di trascorrere il minor tempo possibile fuori. Abbiamo una piccola mensa, una palestra. Cerchiamo di socializzare il più possibile tra dottorandi e studiosi. Per le distanze maggiori, se dobbiamo spostarci fuori Ny Alesund, usiamo la motoslitta. Vivere in un contesto del genere per un periodo può essere però estremamente affascinante».
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Il Gazzettino