Il matrimonio del cemento sfida Udine: è fusione Pordenone-Trieste

Il matrimonio del cemento sfida Udine: è fusione Pordenone-Trieste
TRIESTE - Ciò che non era riuscito l'anno scorso alla Camera di commercio (c'era stato il no dalla Camera unica di Trieste-Gorizia) è invece stato possibile...

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TRIESTE - Ciò che non era riuscito l'anno scorso alla Camera di commercio (c'era stato il no dalla Camera unica di Trieste-Gorizia) è invece stato possibile per l'Associazione dei costruttori: l'Ance di Pordenone ha infatti aggregato l'Associazione dei costruttori di Trieste. Un matrimonio del cemento - tecnicamente si tratta di un'unione per incorporazione - che porta la potente organizzazione degli industriali edili pordenonesi, guidata dal Walter Lorenzon, a unirsi all'associazione sorella triestina: viene così costituita un'unica associazione che conta 802 imprese: alle 461 pordenonesi si sommeranno le 341 triestine. L'Ance di Udine ne conta 714: con l'unificazione tra Pordenone e Trieste i costruttori friulani, dunque, non sono più la prima associazione regionale del comparto. Qualcuno parla già di sgambetto.

Un primo passo, viene spiegato ufficialmente negli ambienti dell'Ance, verso quella che in futuro potrà essere un'unica associazione regionale dei costruttori edili. Cosa che oggi non è stata possibile poiché, mentre a Pordenone e a Trieste l'Ance è un collegio autonomo da Confindustria, a Udine e Gorizia i costruttori costituiscono una sezione dell'Unione degli industriali. L'aggregazione che sarà formalizzata in un'assemblea congiunta il 9 maggio prevede un patto secondo il quale la presidenza sarà a rotazione: il primo biennio spetterà al presidente triestino Donato Riccesi, il biennio successivo toccherà a un pordenonese. Che non sarà certo Walter Lorenzon: l'attuale presidente dopo sei anni è in scadenza di mandato. Il direttivo sarà paritario: otto componenti per ciascuno dei due territori.
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Il Gazzettino