Matrimoni gay, vescovi contro sindaci «Non si può snaturare la famiglia»

Matrimoni gay, vescovi contro sindaci «Non si può snaturare la famiglia»
TRIESTE - «Non possiamo nascondere la sofferenza per certi travisamenti della realtà della famiglia e del matrimonio recentemente sostenuti da rappresentanti di istituzioni...

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TRIESTE - «Non possiamo nascondere la sofferenza per certi travisamenti della realtà della famiglia e del matrimonio recentemente sostenuti da rappresentanti di istituzioni pubbliche». Lo affermano, in una nota congiunta, i vescovi delle diocesi di Concordia Pordenone, mon cont6ro sindacis. Giuseppe Pellegrini, Udine, mons. Bruno Mazzocato, e Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, in riferimento alle iniziative di alcuni sindaci del Friuli Venezia Giulia, sulle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all'estero.




«Iniziative - commentano i presuli - non rispettose degli ambiti del loro potere. Da più parti è stato messo in luce che i provvedimenti di un'amministrazione comunale non possono debordare l'ambito loro proprio e porsi in contrasto con le leggi vigenti. Più che per gli aspetti tecnici che lasciamo valutare prudentemente ad altri, siamo preoccupati per le questioni di sostanza. La legalità, di cui una comunità ordinata vive, ha molti aspetti che riguardano il bene comune. Chi riveste ruoli pubblici come i sindaci ha in ciò una responsabilità maggiore di altri proprio in quanto investito di un potere pubblico in ordine al bene comune».



Secondo i vescovi Pellegrini, Mazzocato e Crepaldi, inoltre, «non si può, in nome della difesa dei diritti di qualche cittadino, snaturare il concetto di famiglia accolto nella Costituzione italiana. Ci permettiamo, inoltre, di farci interpreti di tante famiglie che continuano a lottare contro una pesante precarietà economica e lavorativa. È sotto gli occhi di tutti quanto la denatalità sia una delle più preoccupanti emergenze anche dei nostri territori. Per questi motivi le esigenze delle famiglie dovrebbero essere collocate tra i primi posti dell'agenda dei nostri amministratori, nei quali vorremmo vedere maggiore convinzione - concludono i vescovi - nel promuovere politiche più incisive a favore della famiglia».
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Il Gazzettino