Masso cade sulla Feltrina, un altro pericolo. Bond: «I soldi per la messa in sicurezza c'erano, dove sono finiti?»

FELTRE - Un masso piomba sulla Feltrina. Fortunatamente non ha colpito nessuno la frana caduta ieri a Sanzan di Feltre, ma ha avuto l’effetto di riaprire la questione...

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FELTRE - Un masso piomba sulla Feltrina. Fortunatamente non ha colpito nessuno la frana caduta ieri a Sanzan di Feltre, ma ha avuto l’effetto di riaprire la questione della messa in sicurezza non più rinviabile della strada regionale 348. Uno dei tanti punti neri della viabilità provinciale, insieme all’Agordina, dove questi episodi sono altrettanto frequenti, e alla 251 della Val di Zoldo, abituata alle frane e alle chiusure. Problemi che sembrano non avere soluzione. E se i progetti e finanziamenti per l’Agordina sono stati al centro dell’incontro del presidente della Provincia Roberto Padrin con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, non lo stesso si può dire della Feltrina che ormai sembra dimenticata. L’ex onorevole Dario Bond, che si spese tanto per la strada quando era a Roma si dice preoccupato: «La mia preoccupazione si manifesta anche quando ho notato che nei problemi della viabilità della provincia di Belluno, discussi nell’ultimo vertice a Roma, non si è fatto riferimento alla Feltrina, che è asse fondamentale anche per il pre-Olimpiadi». E lancia un appello al ministro Salvini, «che conosce bene la realtà della provincia bellunese - afferma Bond -, visto che si sta occupando del fascicolo Olimpiadi e capisce realmente l’importanza di questa arteria stradale. La Feltrina va messa in sicurezza».

I FATTI
Erano le 9,46 di ieri quando il 112 è stato preso d’assalto da telefonate di automobilisti che segnalavano il grande masso piombato in carreggiata all’altezza del la frazione di Sanzan in comune di Feltre. Il punto esatto comunicato ai carabinieri è il chilometro 47 e 300 della strada regionale 349. Fortunatamente nessuna auto è stata colpita. «Ancora una volta abbiamo evitato per poco una tragedia, perché si può solo pensare cosa poteva accadere se in quel momento transitava un’auto in quel punto», afferma Germano Susanetto, residente di Quero che da anni segnala l’urgenza di mettere in sicurezza la strada. «Quanti anni sono che ogni autunno/inverno vengono giù detriti dalla montagna e quanti ancora dovremo aspettare perché si faccia un intervento degno di nota, forse deve succedere l’irreparabile?», si chiedono alcuni feltrini sulle pagine social. Ieri è andata bene anche sul fronte disagi: non c’è stata la necessità di chiudere la strada e il masso è stato rimosso con celerità, ma resta la paura.

IL PROGETTO


Eppure il piano per la riqualificazione c’è già. Veneto Strade ha fatto redigere questo progetto, anche su richiesta dei comuni del territorio. Uno studio di riqualificazione dell’arteria da Feltre a Fener e ulteriori due stralci che prevedono il collegamento da Fener fino alla Pedemontana. «Quando ero deputato - ricorda l’ex onorevole Dario Bond - alla fine della legislatura andai dal ministro Daniele Franco e insieme andammo dal capostruttura professor Giuseppe Catalano (allora coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ndr). Parliamo del 2022, un paio di mesi prima che cadesse il Govero Draghi: il capostruttura ci disse che avrebbe fatto di tutto per trovare una somma consistente per adeguare la Feltrina». E l’ex deputato spiega: «Una cifra che si individuò in 50 milioni di euro». «A quel punto - prosegue Bond - io ero convinto che si cominciasse a fare un ragionamento anche perché Veneto Strade con grande capacità era riuscita a stendere un progetto. Ma poi io di tutta questa cifra non ne ho saputo più nulla». «Quella cifra era legata a una cifra più importante sulla galleria del Comelico - ricorda Bond -. Ma non so se i soldi ci sono, o se sono stati spostati, se hanno intenzione di fare investimenti per le Olimpiadi, o ancora se vogliono fare una sorta di project con i privati». E senza polemica, ma in maniera costruttiva l’ex onorevole chiede: «Quei soldi che sono stati accantonati a fine governo Draghi dove c’era stato una sorta di musina per la provincia di Belluno, che fine hanno fatto? Se ci sono, possiamo ancora riprenderli in mano come opera complementare delle Olimpiadi, perché la Feltrina è un imbuto che va verso le zone olimpiche». E conclude: «Se fossi deputato farei un'interrogazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino