Fedriga: «Il virus? Serve prudenza. La mia civica? Oltre il centrodestra»

"Sul Pnrr vanno ascoltati i territori. L'autonomia è virtuosa per tutti"

Massimiliano Fedriga
Il nuovo messaggio che il Covid sta inviando dalla Cina, da tenere in memoria ma senza la spunta rossa dell'allarme. Le Regionali con una civica che profuma di centrodestra...

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Il nuovo messaggio che il Covid sta inviando dalla Cina, da tenere in memoria ma senza la spunta rossa dell'allarme. Le Regionali con una civica che profuma di centrodestra allargato. Le riforme, i progetti, gli attacchi e le parate. Con un chiodo fisso: il ruolo delle Regioni. Tutte, mica solo il Friuli Venezia Giulia. Territori che devono contare di più, sia per un grado di autonomia più elevato che per una revisione dei rapporti con Roma. Meno unidirezionali, più veri. Il 2023 del presidente del Fvg Massimiliano Fedriga inizierà così, con la vecchia emergenza che rialza la testa ad Oriente e le nuove sfide che bussano alla porta.


Presidente Fedriga, di nuovo un allarme Covid?
«Partiamo da un fatto confortante: ad oggi i sequenziamenti fatti sui tamponi positivi di chi torna dalla Cina ci dicono che circola la variante Omicron. La pericolosità aumenterebbe se riscontrassimo ceppi diversi, magari più diffusivi o aggressivi».
Il ministro Schillaci ha aperto al ritorno delle mascherine al chiuso...

«L'ho sentito, ha parlato di una misura solo consigliata nel caso in cui la situazione epidemiologica si aggravasse. La mia linea è quella del ministro: prudenza. Il virus ci ha insegnato molto, soprattutto che non esistono soluzioni buone per sempre. Bisogna adattarsi. Rivendico ad esempio le aperture dell'estate 2020, volute dalle Regioni».
Crede che la situazione possa peggiorare?
«Io credo sia preoccupante non avere dati seri dalla Cina. Si tratta di un Paese che non sta rendendo edotto il mondo della situazione. I tamponi in aeroporto? Potremmo farli a Ronchi dei Legionari, ma servirebbe solo per il sequenziamento delle varianti. Il tracciamento invece ha senso solo se lo fa tutta l'Europa. Detto questo, siamo tranquilli: i vaccini hanno fatto un lavoro straordinario. Siamo in una fase endemica».
Parlava del ruolo delle Regioni durante la pandemia. Sul Pnrr c'è stato invece poco dialogo?
«Il nuovo governo è favorevole a un maggior coinvolgimento, ne ho già parlato con il ministro per gli Affari europei Fitto. Dobbiamo attualizzare il Pnrr a fronte della situazione internazionale, che è profondamente mutata. C'è la disponibilità ad ascoltare di più i territori».
Anche perché si sta giocando anche la partita legislativa sull'autonomia...
«Un percorso virtuoso che stiamo vivendo con la bozza del disegno di legge Calderoli. Le Regioni all'unanimità hanno presentato una serie di proposte, ci sarà un nuovo confronto. È vero che il Friuli Venezia Giulia, in quanto Regione a statuto speciale, non sarà direttamente coinvolto. Ma se si dovessero individuare nuove competenze da attribuire alle Regioni a statuto ordinario e attualmente non in gestione nemmeno al Fvg, allora avremmo qualcosa in più».
Spostiamoci verso le Regionali del 2023. I sondaggi le consegnerebbero un vantaggio enorme. Come gestirlo?
«Io credo solo all'urna elettorale. Bisogna vedere cosa succede nel segreto della cabina, dove a volte le cose cambiano. Fa piacere che ci venga riconosciuta la bontà del lavoro che abbiamo fatto, ma non dobbiamo illuderci: la partita non è ancora vinta. Servono cautela e impegno per raccontare alle persone cosa abbiamo fatto in questi cinque anni».
La accusano di aver voluto votare il 2 aprile per capitalizzare in fretta i risultati del governo centrale e il suo consenso...
«La scelta è stata dettata dall'opportunità che avevamo di agevolare la partecipazione al voto da parte degli elettori che dovranno scegliere anche il sindaco della loro città o del loro paese. L'altra data utile sarebbe stata quella del 7 maggio, ma in caso di ballottaggio a Udine avremmo avuto a disposizione per la campagna elettorale solamente il fine settimana che coinciderà con l'adunata degli alpini nel capoluogo friulano».
Lei metterà il volto su una lista civica e qualcuno ha parlato di un movimento che strizza l'occhio al Ppe e di un allontanamento dalla Lega. C'è qualcosa di vero?
«È una civica, non richiama altri progetti politici. Ed è un gruppo aperto a chi vuole portare esperienze che guardino al centrodestra ma non solo. E non si tratta di uno schieramento alternativo alle forze politiche della mia maggioranza, bensì di una forza complementare».
Parlando di programmi, il Friuli ha bisogno di infrastrutture. Di quale, più di tutto?
«Ce ne sono tante su cui voglio puntare. Primo, il prolungamento fino a Gemona della Cimpello-Sequals, poi la sistemazione del nodo ferroviario di Udine. E a proposito di ferrovie, è ora di riavviare il ragionamento sulla Venezia-Trieste, che fa parte del corridoio europeo Lisbona-Kiev. È un'arteria fondamentale per l'alta velocità e alta capacità. Dobbiamo metterci questo obiettivo».
Fedriga, cosa augura per il 2023 al Friuli Venezia Giulia?
«Di continuare a crescere, ma soprattutto di diventare - e lavorerò per questo - un punto di raccorto internazionale per un'area geografica fondamentale: il centro e sud Europa. Siamo già un punto nevralgico per l'economia e la logistica. Possiamo ricoprire lo stesso ruolo dal punto di vista culturale, come ponte ideale in un'area non sempre facile».
E a lei stesso, cosa augura?

«Nel caso in cui fossi confermato alla guida del Fvg, mi auguro di affrontare i problemi - perché ce ne saranno - come ho fatto sino ad ora».
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Il Gazzettino