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TRIESTE - Smascherato un centro massaggi gestito da cittadini di nazionalità cinese nel centro città dove venivano fatte prostituire giovani donne cinesi. L'indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica, diretta da Antonio De Nicolo mentre le investigazioni sono state coordinate dal pm Federico Frezza.
Come già emerso in precedenza, le ragazze, che erano costrette a lavorare ininterrottamente dalle 8 alle 23, non percepivano, infatti, nemmeno in minima parte, il guadagno per la loro attività: le stesse erano, inoltre, smistate da una città all’altra, da un centro all’altro senza mai avere voce in capitolo, in clandestinità, e in debito con chi le aveva fatte arrivare illegalmente in Italia.
Sulla scorta degli elementi acquisiti, il pm ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di agevolazione e favoreggiamento della prostituzione, la cittadina cinese Y.Y., titolare del Centro Massaggi, emettendo a suo carico, nonché nei confronti delle due connazionali impiegate, un decreto di perquisizione personale e locale che è stato eseguito nella giornata di ieri 28 luglio presso due centri massaggi riferibili a Y.Y., nonché presso l’abitazione della donna, dove erano ospitate anche le due massaggiatrici. Oltre all’individuazione di un’ulteriore cittadina cinese che si prostituiva all’interno di uno dei due centri massaggi perquisiti in via Rapicio e via Margherita, è stata rinvenuta nella camera da letto usata da Y.Y. un’ingente somma di danaro in contanti, verosimilmente derivante dell’attività di prostituzione, di oltre 40mila euro che è stata sottoposta a sequestro così come l’intero appartamento. Il centro massaggi è stato sequestrato. Y.Y., assieme al proprio coniuge J.H., dovrà, inoltre, rispondere della violazione al Testo Unico dell’Immigrazione per aver favorito la permanenza nel territorio dello Stato di due delle tre massaggiatrici risultate prive dei requisiti per l’ingresso e la permanenza in Italia.
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