Sono due 16enni i massacratori del ragazzo padovano. E si sono fatti il video

Sono due 16enni i massacratori del ragazzo padovano. E si sono fatti il video
LIGNANO Il video di quella notte di terrore è un pugno nello stomaco. Il volto coperto di sangue, la voce spezzata, un ragazzo in spiaggia si lamenta e cerca di proteggersi...

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LIGNANO Il video di quella notte di terrore è un pugno nello stomaco. Il volto coperto di sangue, la voce spezzata, un ragazzo in spiaggia si lamenta e cerca di proteggersi con la mano. «No... No...». «Ti prego, basta». Ma il baby bullo non ha pietà: «Ti vuoi far male eh, pezzo di m....? Allora dammi il tuo telefono e i tuoi soldi. Dammi il tuo telefono e i tuoi soldi. Ti uccido. Il tuo telefono e i tuoi soldi. Muovi il c.... O ti faccio ancora più male».


La giovanissima vittima, un padovano, che continua a grondare sangue, riesce solo a biascicare qualche monosillabo. E poi, l’ultima preghiera: «Dammi un minuto, fra’. Dammi un minuto». Proprio questo video, registrato in una notte di metà luglio (tra il 14 e il 15) a Lignano Sabbiadoro, la nota località balneare friulana, dopo essere rimbalzato su Whatsapp, è finito all’attenzione degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Udine. E anche grazie alle immagini e all’audio i poliziotti, con indagini serrate, hanno stretto il cerchio, risalendo prima al ragazzo pestato a sangue, un giovanissimo della provincia di Padova che all’epoca dei fatti aveva 17 anni e che, dopo quella notte di botte e paura, è finito prima in pronto soccorso a Lignano, quindi a Latisana e a Udine, con una prognosi iniziale di trenta giorni. Quindi gli investigatori, coordinati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan, hanno identificato i suoi presunti aggressori, che sarebbero entrambi sedicenni, cittadini italiani, entrambi studenti residenti in provincia di Udine, e che sono stati denunciati a piede libero con l’accusa di rapina e lesioni in concorso.
 

IL RACCONTO È il 28 luglio quando il diciassettenne veneto arriva con la madre negli uffici della Questura di Udine, dove poi farà denuncia. E ritorna con la memoria a quella terribile notte di luglio. Nella località balneare, era in vacanza con un gruppo di amici, per divertirsi in compagnia dopo la fine della scuola. Ma, quella notte, che sembrava una notte come tante nella Lignano giovane che si muove fra spiaggia e locali, era solo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, quando ha incrociato i due giovani friulani. Pare fosse andato al distributore automatico vicino all’arenile. Avrebbero scambiato qualche parola, poche chiacchiere veloci all’inizio della spiaggia, il tempo per capire che erano della provincia di Udine: sembra che il giovane veneto non li avesse mai visti prima. Poi, mentre i piedi affondano nella sabbia, un colpo alla nuca, forse una bottigliata. Il ragazzo resta stordito. Volano anche gli occhiali, non riesce a vedere bene. Ma sente i colpi che affondano sul suo corpo. Partono calci e pugni. Per cercare di strappargli i soldi, circa cento euro, e un telefono. IL PESTAGGIO Il giovane veneto è a terra. Sangue sul volto, sangue che cola dal naso, sangue sulla mano che si porta al viso. E con il cellulare uno dei suoi aggressori riprende una parte della scena, mentre l’altro lo incalza, per farsi dare il denaro e il telefonino. La vittima cerca di difendersi come può. Implora, si lamenta, tenta di proteggersi. E alla fine consegna i soldi. Ma il telefonino, no. Quello riesce a tenerlo con sé. E con quel cellulare riesce a chiamare aiuto, componendo l’ultimo numero rimasto nella memoria dello smartphone. È uno dei suoi amici, che arrivano poco dopo a soccorrerlo. Il giovanissimo veneto, ormai, è a terra, sfinito e dolorante. La sua notte di terrore si chiude così, con il naso, il timpano e una mandibola malconci, lesioni che i medici giudicheranno guaribili in un mese. Arriva l’ambulanza. Il viaggio a sirene spiegate verso il pronto soccorso di Lignano, poi all’ospedale di Latisana e al Santa Maria della Misericordia di Udine. Per le conseguenze del pestaggio, dovrà sottoporsi a un intervento alla mandibola. Qualche giorno dopo, il video “postato” su Whatsapp, finisce all’attenzione dei poliziotti. E scatta l’indagine, che ora porterà altri due giovanissimi a difendersi dalle accuse contestate. Camilla De Mori © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino