PADOVA - «Siamo sensa soldi in banca, sono disperato cosa posso fare». La scritta, con l’errore del dialetto, è in stampatello sul foglio con i marchi "Maschio", "Gaspardo"...
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I cinque fogli sono stati trovati sulla scrivania, vicino al suo corpo. Li ha scritti prima di morire.
Con un pennarello nero e in stampatello ha elencato tutte le situazioni che stavano mettendo in crisi il suo gruppo industriale, creato nel 1964 assieme al fratello Giorgio nella stalla di casa, a Campodarsego, con una saldatrice. Da giorni diceva sottovoce alla sua segretaria: «Ci sono estranei a casa nostra». Si riferiva alle nomine dell’amministratore delegato e del direttore finanziario. I due nuovi entrati nel gruppo li nomina anche nei venticinque punti. È una ricostruzione precisa, appassionata pur nell’aridità dei numeri. È il testamento dell’imprenditore.
Il Gazzettino