Mascherine, scatta la nuova fase: «Ora conta l'igiene delle mani»

Ieri il Veneto ha anticipato la fine dell'obbligo di indossare la mascherina fuori da casa. In attesa che da domani accada altrettanto anche nel resto d'Italia,...

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Ieri il Veneto ha anticipato la fine dell'obbligo di indossare la mascherina fuori da casa. In attesa che da domani accada altrettanto anche nel resto d'Italia, benché con una certa gradualità a seconda delle regioni, nelle città venete si sono osservate le scene più varie: chi non vedeva l'ora di togliere il dispositivo malgrado gli assembramenti, chi ha preferito continuare ad utilizzarlo perfino in assoluta solitudine, chi ha correttamente saputo quando levarlo (all'aperto e nel rispetto delle distanze) e quando rimetterlo (nei luoghi chiusi ma aperti al pubblico). 


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Proprio adesso che l'ordinanza regionale ha rimodulato regole e abitudini, però, è necessario prestare attenzione a cosa si fa: «In questo frangente restano fondamentali l'igiene delle mani e, più in generale, una certa igiene comportamentale», sottolinea il dottor Giovanni Carretta, specialista in Malattie Infettive e Medicina Preventiva, responsabile della direzione medica in Azienda Ospedaliera a Padova.

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LE PRESCRIZIONI
Secondo le nuove prescrizioni, fino al 14 giugno in Veneto «è fatto obbligo di usare le mascherine nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico e, all'esterno, in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza tra non conviventi», con eccezione dei bambini sotto i 6 anni e dei portatori di disabilità non compatibili con l'utilizzo continuo del dispositivo. 

Questo significa che si può uscire liberi per una passeggiata, ma pronti a proteggersi nel caso in cui debba entrare in un negozio o ci si ritrovi a camminare o sostare in una zona affollata. Come nel caso di certi ponti e imbarcaderi a Venezia, presi d'assalto in questo soleggiato ponte del 2 giugno, dove non tutti si sono però prontamente coperti naso e bocca.

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I RISCHI
A prescindere dalla solerzia, ad ogni modo, è già il gesto di mettere e togliere la mascherina, magari riponendola in tasca o in borsa fra una situazione e l'altra, a costituire una possibile condizione di pericolo. «Per questo è importante un'accurata pulizia delle mani rimarca il dottor Carretta con acqua calda saponata o con gel igienizzante alcolico, avendo l'accortezza di strofinarle per bene l'una con l'altra. Il dispositivo va poi indossato maneggiandolo solo gli elastici, senza toccare la parte interna. Toccarsi gli occhi, il naso, la bocca, o sistemare la stessa mascherina, sono tutte gestualità che possono comportare dei rischi: lo si fa solo se si sono appena igienizzate le mani». 

Attenzione ai guanti. «A volte osserva lo specialista capita di assistere a un loro uso improprio: non ha senso indossarli e poi toccarsi gli occhiali, sistemarsi la mascherina o ravvivarsi i capelli, perché in questo modo se ne annulla l'effetto protettivo. Anche se guantate, le mani vanno comunque igienizzate».

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IL BUON SENSO
Al di là delle norme, dunque, è una questione di prudente buon senso. «Lo lascia chiaramente intendere anche l'ordinanza evidenzia l'esperto nel momento in cui distingue tra luoghi all'aperto e ambienti al chiuso e fa riferimento alla necessità di garantire la distanza di sicurezza. La mascherina va indossata per proteggere se stessi e gli altri, in una fase in cui i dati epidemiologici sono confortanti. Se tutti abbiamo cura di questo, otteniamo un contenimento dell'infezione. In questo senso è facile capire che, fuori da una Terapia Intensiva e cioè per esempio dentro un supermercato, non è il caso di utilizzare il modello egoista che fa uscire l'aria attraverso la valvola di efflusso». 

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Ma al bar e al ristorante, dove per definizione si mangia e si beve, come ci si deve regolare? «Seduti a un tavolo largo e con un buon ricambio d'aria risponde il dottor Carretta il dispositivo può essere tranquillamente tolto. Però quando si va in bagno o alla cassa, è opportuno rimetterlo su».

 

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Il Gazzettino