VENEZIA - «I prezzi sono più alti di quello che erano a dicembre o a gennaio, ma quei paragoni sono improponibili in una situazione del genere». Andrea Bellon...
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«Se fino a gennaio il prezzo al pubblico era di circa 40-50 centesimi per mascherina certificata e omologata - spiega Bellon - ora le forniture si trovano a partire da un euro all'ingrosso e aumenta secondo la qualità del prodotto. In questi giorni - continua - ho avuto la possibilità di confrontarmi con importatori e grossisti e posso spiegare il vero motivo dei rincari. Fino alla fine del 2019 le mascherine venivano acquistate per tempo, secondo una necessità fisiologica e conosciuta. Arrivavano a bordo di navi cargo in container a prezzi molto bassi, in ragione del viaggio che durava circa un mese». Inutile dire che le cose sono molto cambiate da allora e che le forniture medico-sanitarie dalla Cina ora viaggiano in aereo. «Oggi, data l'urgenza - riprende - questa merce arriva in tempi molto veloci (4 giorni dall'ordine) ma i costi di trasporto sono importanti, soprattutto per forniture dal bassissimo valore unitario e dal grande volume e inevitabilmente ricadono sul prezzo del prodotto finito. Questo è il motivo per cui i prezzi partono dall'euro, anche perché tutti i farmacisti vendono questo prodotto con margini ridottissimi. Di solito, chi vende a prezzi più alti, ha avuto la sfortuna di acquistare una partita più cara in un momento che c'era poca offerta. Mi sembra di poter poi dire che dalla prossima settima i prezzi potranno essere più contenuti. Lo vedo dai preventivi perché comincia ad esserci sul mercato più merce».
PREVENTIVI AL RIBASSO «Un altro problema che potrebbe essere facilmente risolto riguarda l'imposizione fiscale. Una parte del costo dipende anche dall'Iva - conclude il presidente di Federfarma - che inspiegabilmente per i dispositivi individuali di protezione è al 22%. È assurdo, se si pensa che i medicinali sono al 10% e gli occhiali addirittura al 4%. La trovo una cosa abbastanza sgradevole e il Governo, che ha limitato anche molti diritti costituzionali per affrontare l'epidemia, dovrebbe pensare di abbassare l'aliquota al minimo per un bene che al momento è diventato essenziale e obbligatorio».
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Il Gazzettino