Gruppo Marzotto riconverte la produzione e realizza mascherine: donati 150mila pezzi

Tessile
VICENZA - Riconvertire la produzione, al tempo del coronavirus, per produrre mascherine, camici e quant'altro sia necessario per fronteggiare quest'emergenza, e donarle ai...

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VICENZA - Riconvertire la produzione, al tempo del coronavirus, per produrre mascherine, camici e quant'altro sia necessario per fronteggiare quest'emergenza, e donarle ai territori in cui si opera. Sono tante le aziende che lo hanno fatto o ci stanno pensando. Tra le prime a scendere in campo uno storico marchio del tessile made in Italy: il Gruppo Marzotto che ha donato in queste settimane oltre 150 mila mascherine ai propri dipendenti, alle loro famiglie e alle località italiane dove sono presenti gli stabilimenti del Gruppo, nei comuni Valdagno (VI), Piovene Rocchette(VI), Recoaro (VI), Cornedo (VI), Mongrando (BI), Strona (BI), Sondrio (SO) e Villa d'Almè (BG).


«Circa tre settimane fa, capita l'entità del problema -spiega ad Adnkronos/Labitalia, Luca Vignaga, ad di Marzotto Lab, una delle società del Gruppo che conta oltre 2mila dipendenti in Italia- ci siamo guardati dentro e ci siamo chiesti cosa possiamo fare per aiutare, con i tessuti di lino, di lana, di cotone, velluto che abbiamo a disposizione? A quel punto abbiamo pensato di fare mascherine e studiato così un tessuto di cotone particolare con l'antigoccia, quindi idrorepellente, che fosse anche sicuro al contatto con la pelle», sottolinea. E poi la collaborazione con altre realtà sul territorio. «Ma visto che noi non facciamo la confezione ci siamo guardati attorno nel territorio, Marzotto sta a Valdagno la Pal Zileri sta a Quinto Vicentino, tutte e due in provincia di Vicenza. E quindi ci siamo rivolti a loro e insieme abbiamo studiato il primo prototipo. Poi Marzotto ha deciso di donare 150 mila mascherine ai territori e ai cittadini in cui è presente con le proprie fabbriche, e sono state consegnate già la settimana scorsa e questa settimana», rimarca il manager. 
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Il Gazzettino