Martellate contro la moglie, il giudice: «E' viva per miracolo». Il marito-parrucchiere: «Ero sotto l'effetto della cocaina»

GUIZZA - La palazzina dove il parrucchiere marocchino ha tentato di uccidere la moglie
PADOVA - «È viva solo per miracolo». Così ha messo nero su bianco il Gip Domenica Gambardella nel suo atto di convalida per l’arresto del...

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PADOVA - «È viva solo per miracolo». Così ha messo nero su bianco il Gip Domenica Gambardella nel suo atto di convalida per l’arresto del parrucchiere Hecham Talhaoui, in carcere con l’accusa di tentato omicidio ai danni della moglie. Il marocchino di 44 anni, durante l’interrogatorio di garanzia, ha dichiarato: «Ero sotto l’effetto della cocaina». 


La giovane nordafricana ha presentato denuncia contro il marito e gli uomini della Squadra mobile, nei prossimi giorni, sentiranno il suo racconto su quanto è accaduto quel 9 giugno. Ma non solo, perchè i poliziotti con l’obiettivo di ricostruire nei dettagli la brutale aggressione hanno intenzione di riascoltare il vicino di casa che ha dato rifugio alla 37enne in fuga dalla furia assassina del marito. 


L’AGGRESSIONE
Il parrucchiere, quel venerdì pomeriggio, è entrato in azione intorno alle 16. La compagna si trovava nell’appartamento dei genitori in via Vivanti, nel quartiere Guizza. Si era coricata per riposare in attesa del rientro del figlio maggiore, la madre era all’esterno a badare all’altro nipote più piccolo e il padre stava dormendo in soggiorno. All’improvviso, approfittando della porta d’ingresso lasciata aperta, Talhaoui si è infilato nell’abitazione al secondo piano impugnando un martello. Raggiunta la compagna ha cominciato a colpirla, soprattutto sulla testa. L’uomo, dalla foga, ha rotto il manico del martello sopra la testiera del letto. 
La donna prima ha avuto l'agilità di nascondersi sotto il letto e poi di correre fuori dalla stanza. Senza un’arma, si è diretto in cucina dove ha impugnato un coltello con una lama lunga 23 centimetri, cercando di raggiungere la madre dei suoi figli per ucciderla. Ma in questo esatto istante c’è stato l’intervento del suocero: l’uomo gli ha sbarrato il passo e ha urlato alla figlia di scappare all’esterno. Poi è riuscito a disarmarlo. La trentasettenne è scesa in giardino, dove ha chiamato il Suem 118 ed è stata soccorsa da un vicino che l’ha fatta riparare nel suo garage. 
«Ho sentito le grida e l’ho vista sanguinante, così l’ho nascosta – ha raccontato Claudio Capuzzo – Lui cercava di raggiungerla, ma gli ho intimato di andarsene e lui è scappato». Sul posto è arrivata un’ambulanza e la giovane mamma è stata trasportato all’ospedale, mentre un secondo mezzo sanitario ha prestato assistenza alla madre della donna, colta da malore per lo spavento. La vittima è stata medicata e le sono stati riscontrati un trauma cranico e varie ferite lacero-contuse. Grazie alla sua prontezza nel fuggire dal marito, la prognosi è stata di 15 giorni. 


IN MANETTE


Alcuni minuti più tardi in via Vivanti è intervenuta la polizia. Il parrucchiere marocchino dopo essere fuggito in sella alla sua bicicletta, si è seduto su una panchina poco distante. Quando è passata una volante, lo straniero si è consegnato. A ordinare il suo arresto è stato il pubblico ministero di turno Andrea Zito. La Procura ha anche ordinato di effettuare un prelievo di sangue dell’indagato, per poi sottoporlo a esami di laboratorio. Gli inquirenti vogliono appurare se ha agito sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino