Martellago. Critica il Comune, dipendente dell'Anagrafe nei guai: assolto dal giudice del Lavoro

Martellago. Critica il Comune, dipendente dell'Anagrafe nei guai - Foto di Thomas Ulrich da Pixabay
MARTELLAGO - Critica "lecita", lavoratore assolto, Comune...

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MARTELLAGO - Critica "lecita", lavoratore assolto, Comune "permaloso" condannato e costerà ai cittadini diecimila euro. Con sentenza del 21 settembre il giudice del Lavoro Chiara Coppetta ha dato ragione a un dipendente dell'Anagrafe che aveva impugnato una sanzione comminatagli a febbraio per aver criticato l'Amministrazione con toni ritenuti sopra le righe. Il lavoratore si era "permesso" di lamentare sui social la situazione di sotto organico dei municipali, specie del suo ufficio, e la gestione del personale da parte della Giunta che avrebbe spinto molti colleghi a trasferirsi, come denunciato anche dalla minoranza e vari cittadini per le ricadute sui servizi, vedi le liste d'attesa per le carte d'identità: infatti poi l'Amministrazione ha proceduto ad assunzioni. Ma il suo post su Facebook, venuto "all'orecchio" degli amministratori, era stato ritenuto offensivo e l'allora segretario comunale Pierfilippo Fattori, poi cambiato dal sindaco Saccarola col nuovo mandato, aveva aperto un procedimento disciplinare e, non giudicando convincenti le giustificazioni, aveva sanzionato, anche se solo con un richiamo scritto, il sottoposto. Che però ha posto una questione di principio ritenendo leso ingiustamente il suo diritto costituzionale di libertà di pensiero ed espressione cui si è appellato: si è rivolto all'avvocato Valter Duse e ha ricorso in tribunale a Venezia contro la sanzione chiedendo di dichiararla illegittima e la rifusione delle spese legali. La Giunta, convinta che la "risorsa" non avesse osservato le regole del codice nazionale di buona condotta del dipendente pubblico, ha resistito incaricando l'avvocato giuslavorista Paolo Emilio Rossi, per oltre tremila euro, e non si sono tentate composizioni bonarie. Si è così giunti alla sentenza e il giudice ha accolto tutte le richieste del lavoratore, "ritenendo che il post non fosse lesivo dell'Amministrazione spiega Duse -, che le espressioni usate di "garbata critica" fossero lecite e non sussistessero gli estremi per il richiamo". La troppo "suscettibile" Amministrazione è stata condannata ad annullarlo e a rifondere al ricorrente tutte le spese di lite, quantificate in circa seimila euro, che si aggiungono a quelli spesi dal Comune per il suo legale: una causa persa costata quasi diecimila euro.

N.Der.
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Il Gazzettino