Martellago. Alexandru morto in sella alla sua moto a 30 anni, il dolore della mamma: «Era la mia vita, devo essere forte per lui»

Martellago. Alexandru morto in sella alla sua moto a 30 anni, il dolore della mamma: «Era la mia vita, devo essere forte per lui»
MARTELLAGO - «Solare, generoso, amato e rispettato da tutti. Questo era mio figlio, la mia vita: ora devo essere forte per lui». Così, con una grande forza...

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MARTELLAGO - «Solare, generoso, amato e rispettato da tutti. Questo era mio figlio, la mia vita: ora devo essere forte per lui». Così, con una grande forza d’animo, la mamma, Maria Barbu, ricorda commossa il suo unico figlio, Alexandru Bogdan Furis, strappatole da un terribile incidente a soli trent’anni. Alexandru ne avrebbe compiuti 31 tra una settimana, il 18 settembre: una tragedia che ha scosso tutto il comune di Martellago dove il giovane risiedeva, a Olmo, ed era molto conosciuto. Alexandru era nato a Craiova, in Romania, ma era giunto in Italia da bambino con la mamma, nel 1999, e con lei e il marito Renzo Germin, il patrigno del ragazzo, aveva abitato a lungo in via don Berti a Maerne, dove aveva fatto anche le scuole elementari e medie. Qui aveva stretto moltissime amicizie, per poi trasferirsi da alcuni anni in una palazzina in via Monsignor Longhin 47, a Olmo, dove risiedeva tutt’ora con il patrigno: la madre, lavorando come estetista in un hotel a Venezia, è domiciliata in centro storico. Alle superiori aveva frequentato l’istituto tecnico industriale Levi di Mirano. Era (e si sentiva) cittadino italiano, tanto da aver anche italianizzato il suo nome (“Alessandro”) sul suo profilo Facebook.

IL LAVORO

Dopo gli studi era stato assunto quasi subito alla Speedline di S. Maria di Sala, dove lavorava da 8-9 anni, dov’era diretto anche ieri mattina, «e dove era cresciuto tanto, era diventato “chimico” – spiega con orgoglio la madre – Alexandru era una persona sempre sorridente, dolcissima, dal cuore d’oro, e un gran lavoratore: nella sua azienda era molto considerato dai dirigenti, amato da tutti i colleghi, così come gli volevano un gran bene i tantissimi amici e amiche. Avevamo un rapporto speciale, io avevo lui, lui aveva me, era l’amore della mia vita. Avevamo tanti progetti, dovevamo fare tante cose insieme, ma lui sarà sempre con me». Furis amava la vita, gli piaceva viaggiare, era appena stato in Grecia e doveva tornarci per il compleanno, era appassionato di sport e da ragazzo ne aveva praticato diversi: calcio, era tifosissimo della Juventus, tennis e soprattutto il ciclismo, si era anche tesserato con la società locale. E poi aveva la grande passione per i motori, si era “regalato” un’auto sportiva, un’Audi TT coupé, e stravedeva per quella sua Ducati rossa.

«RAGAZZO MERAVIGLIOSO»

Ma aveva la testa sulle spalle ed era uno che si dava da fare. «Un ragazzo meraviglioso, sempre gentile, disponibile e tanto premuroso nei miei confronti» lo piange Renzo, che lo ha visto crescere e lo amava come un figlio: è a lui che ieri la polizia locale dell’Unione dei Comuni ha portato la triste notizia e che è poi toccato il difficile compito di avvisare mamma Maria, che da Venezia si è subito precipitata a Mirano. «Dell’incidente sappiamo solo che mio figlio era un po’ di corsa ma andava per la sua strada e che un altro giovane gliel’ha tagliata, la strada: l’impatto purtroppo è stato troppo violento» conclude la madre. La donna intende celebrare il funerale e seppellire il figlio a Venezia: «Voglio averlo vicino a me». «Dispiace tanto per l’ennesimo lutto dovuto a un incidente stradale che colpisce la nostra comunità – ha detto infine il sindaco Andrea Saccarola, avvisato della tragedia dal collega di Mirano Tiziano Baggio - Sono vicino ai suoi cari e appena possibile andrò da loro per porgere le mie condoglianze».

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Il Gazzettino