Senza biglietto bloccò il treno per 30 minuti, condannato a tre mesi di reclusione

Senza biglietto bloccò il treno per 30 minuti, condannato a tre mesi di reclusione
ALPAGO - «Chiamo il mio avvocato, il non scendo». E il suo avvocato, Mina Ombretta Ponticiello di Belluno, lo ha effettivamente tirato fuori dai guai, facendo cadere...

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ALPAGO - «Chiamo il mio avvocato, il non scendo». E il suo avvocato, Mina Ombretta Ponticiello di Belluno, lo ha effettivamente tirato fuori dai guai, facendo cadere l’accusa di interruzione di pubblico servizio. Così Hicham Bouchtaoui, 22enne marocchino residente a Borgo Valbelluna, se l’è cavata con tre mesi di reclusione con pena sospesa, dopo aver bloccato il treno regionale numero 5638 Belluno-Conegliano, che riportò in ritardo di decine di minuti. 

«Fai quello che vuoi, io non lavoro e non pago, quando lavorerò pagherò il biglietto». Rispose così al controllore il 12 marzo 2016 il 22enne marocchino scoperto senza biglietto. Ma in quel treno c’era l’allora vicario del questore, il dirigente della polizia di Stato Luciano Meneghetti. Il 22enne finì a processo per oltraggio a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Secondo la ricostruzione della Procura avrebbe aggredito il capotreno Santo Auteliano. In particolare all’invito di scendere dal convoglio si sarebbe ripetutamente rifiutato dicendo: «Non mi rompere i c...». A quel punto intervenne il vicario del questore, il primo dirigente della polizia di Stato Meneghetti, che era sul treno diretto a Belluno. Ma il marocchino si sarebbe scagliato anche contro di lui: «Fai quello che vuoi, io non lavoro e non pago, quando lavorerò pagherò il biglietto... non me ne frega niente, ho già tre denunce, una più una meno». Meneghetti lo invitò a scendere dal treno che si fermò a Farra d’Alpago. Lui si rifiutò: «Chiamo il mio avvocato, io non scendo». Alla fine, dopo una prolungata trattativa, durata oltre mezzora, periodo in cui il treno è rimasto fermo, è sceso. Il tutto però con il conseguente maxi-ritardo per tutti gli altri passeggeri che avevano regolarmente pagato il biglietto. Ma come provato dall’avvocato Ponticiello non c’è l’interruzione di pubblico servizio, che non può essere contestata, come da giurisprudenza in questi casi. Così il fatto è terminato con un patteggiamento di 3 mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino