Il fiuto porta a dire che dietro alla nuova confinazione della Marmolada, che regala al Trentino le nevi eterne del ghiacciaio, ci sia stato un colpo di mano politico della...
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Un progetto che si vuole far circolare ancora a bassa voce sul versante dei vincitori, ma sul quale si giocherà una partita ancora più grande del confine: l'uscita della Regina delle Dolomiti dal patrimonio Unesco. Sarebbe un colpo soprattutto per il Bellunese che di quel marchio, in assenza di casse ben fornite come in Trentino, sta spendendo la sua nuova immagine turistica.
IL METODO
Il sindaco leghista di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, non ha dubbi: «Il nuovo impianto funiviario porterà automaticamente a perdere il riconoscimento di patrimonio dell'umanità. Lo stop agli impianti di risalita è una condizione sine qua non per continuare a restare nel club».
De Bernardin è un fiume in piena, non solo contro la possibilità di uscire dall'Unesco, ma anche, e soprattutto, contro il metodo che ha portato l'Agenzia delle Entrate di Roma a tracciare la nuova confinazione.
«Mi auguro che il ministro dell'economia e delle finanze Giuseppe Tria, oltre al nostro viceministro Massimo Bitonci - prosegue il primo cittadino -, indaghino a fondo su come si è arrivati a questa decisione. Ci sono molti risvolti da approfondire. Dopo un anno e mezzo di congelamento a livello di Catasto, la riunione plenaria con la dirigente Gabriella Alemanno e le cause ancora pendenti sul ghiacciaio, l'Agenzia delle Entrate, senza alcun avviso, emette un decreto sui confini. Lo fa esattamente il 24 maggio, informando la Regione Veneto solo il 20 giugno. Nell'indirizzo della missiva vengono indicati solo il Trentino e il Veneto, mentre per il Comune di Rocca Pietore c'è solo un generico per conoscenza. Se questo è un modus operandi dell'Agenzia, allora mi auguro davvero che venga fatta chiarezza, fino in fondo. Vogliamo capire se è stato fatto tutto quello che si doveva».
LA BATTAGLIA
«Il nuovo confine - incalza De Bernardin - è praticamente tracciato di fresco, perché il decreto Pertini del 1982 era senza cartografia, la sentenza del 1998 non dava modo di individuarlo e così l'accordo pacificatorio Galan-Dellai. Vorremmo quindi capire in base a cosa si è arrivati a questa scelta, tra l'altro senza avvisare le controparti, in totale silenzio. Sono perplesso, molto perplesso».
La nuova battaglia di una lunga guerra che si trascina da un secolo non è certo finita qui. Anzi, è appena iniziata e si preannuncia gravida di colpi di scena, dietro ai quali ciascuno difende i propri interessi, superando il concetto di sviluppo armonico e di insieme che era stato teorizzato nell'accordo Galan-Dellai del 2002.
LE PROPRIETÀ COLLETTIVE
Il sindaco di Rocca Pietore ha in serbo altre strade per cercare di riappropriarsi di quei 50 metri e tenersi l'emblema Unesco: gli usi civici. «Stiamo valutando - spiega - la possibilità di seguire la strada delle proprietà collettive, ovvero di quei terreni che un tempo erano delle Regole». Sarà una delle mosse per cercare di riprendersi la propria fetta di ghiacciaio e di orgoglio di fronte ad un blitz che ha spiazzato tutti. Almeno sul versante veneto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino