Si rifugia in albergo a 29 anni con il figlioletto dopo le violenze del marito

Per oltre un mese la Procura non è intervenuta, alla fine la vittima si è rivolta al Tribunale civile per far uscire l’uomo di casa

Indagine dei carabinieri
MIRA - Due denunce in quattro giorni per violenze domestiche subite dal marito, codice rosso attivato, ma dalla Procura nessun segnale per oltre un mese. A intervenire infatti non...

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MIRA - Due denunce in quattro giorni per violenze domestiche subite dal marito, codice rosso attivato, ma dalla Procura nessun segnale per oltre un mese. A intervenire infatti non è stato l’organo inquirente dello Stato ma il Tribunale civile: il giudice ha emanato un ordine di protezione contro abusi familiari accogliendo un’istanza presentata dal legale della vittima, l’avvocato Matteo Lazzaro, per mettere al sicuro la donna e il suo bambino che da Ferragosto vivevano in albergo per paura di tornare in quella casa. 


La vicenda avviene a Mira e coinvolge una giovane coppia: lei, 29 anni, lui 27. I due, sposati, hanno un bambino di quattro anni. Il rapporto, però, negli anni comincia a deteriorarsi. La moglie accusa l’uomo di essere diventato sempre più violento e, alcuni mesi fa, chiede la separazione. Una richiesta che esaspera ancor di più i contrasti. Si arriva così al culmine, circa un mese fa. Secondo la donna l’uomo, in uno scatto d’ira, le avrebbe lanciato vari oggetti, l’avrebbe minacciata più volte, anche con un masso da giardino, mettendola in fuga in auto. Questo, l’11 agosto: la donna, terrorizzata, sporge denuncia ai carabinieri. Poi, quattro giorni più tardi, sotto gli occhi del bambino, la scena si ripete. La 29enne torna in caserma per un’integrazione della denuncia. Vista la situazione, viene attivato il codice rosso.
Passano i giorni ma dalla Procura nessun segnale. Nessuna misura interdittiva, nessun provvedimento cautelare. La donna e il bambino a casa non tornano: la giovane madre passa da un hotel all’altro pur di non tornare a casa. A distanza di quasi un mese dall’accaduto l’avvocato Lazzaro decide di provare una strada diversa: presenta un’istanza al Tribunale civile, agganciandosi al procedimento per la separazione. In otto ore il giudice dà una risposta, applicando l’articolo 342 bis del codice civile: emette, cioè, un ordine di protezione contro gli abusi famigliari. Si tratta di una sorta di provvedimento cautelare in piccolo: le conseguenze per le trasgressioni non sono certo paragonabili a quelle del penale. L’uomo ha rispettato l’ordine di allontanamento e ha lasciato la casa di famiglia: domani è prevista l’udienza di conferma del provvedimento in Tribunale. 

Una dinamica analoga, pur con epilogo ben più drammatico, a quella vista a fine agosto a Bologna: Giovanni Padovani, calciatore di 27 anni, ha ucciso a martellate l’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 56 anni. La donna, un mese prima, lo aveva denunciato.

 

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Il Gazzettino