Il marito le ha sparato al seno, ma ora Diana migliora: sciolta la prognosi

Carabinieri nella casa del drammatico fatto di sangue
ABANO - Finalmente una buona notizia per Diana Marchiol, la 70enne originaria dell'Udinese ferita con un colpo di pistola domenica mattina ad Abano dal marito Ottorino...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ABANO - Finalmente una buona notizia per Diana Marchiol, la 70enne originaria dell'Udinese ferita con un colpo di pistola domenica mattina ad Abano dal marito Ottorino Pellegrin, 85 anni, che poi si è tolto la vita con la stessa arma. I medici ieri mattina hanno infatti sciolto la prognosi. La donna, il cui quadro clinico al momento del trasferimento d'urgenza all'ospedale di Padova appariva critico, nei prossimi giorni potrà quindi essere ascoltata dai carabinieri della città termale e dal magistrato che conduce l'inchiesta sul drammatico episodio che ha sconvolto l'intera comunità di Giarre, frazione dove i due risiedevano. Gli investigatori vogliono infatti ricostruire l'esatta dinamica del fatto. E soprattutto comprendere le motivazioni che hanno spinto Pellegrin, che la donna aveva sposato nel 2011 dopo una lunga convivenza, a esplodere contro di lei, con una Beretta 7,65 regolarmente detenuta, il proiettile che l'ha raggiunta al seno sinistro per poi puntarsi l'arma contro il cuore e lasciar partire il colpo che l'ha ucciso all'istante. 


IL GESTO FOLLE
Una tragedia consumatasi nel giro di una manciata di attimi, a qualche minuto da mezzogiorno, nel villino di via Podrecca. Poco prima di sparare Pellegrin, seduto sul divano del salotto, aveva chiamato la moglie che si trovava in cucina. Quando lei si era affacciata, si era alzato mormorando «E' ora di finirla», prima di far fuoco contro di lei. Sebbene ferita e sotto choc, Diana Marchiol aveva comunque avuto la forza di raggiungere il telefono nel vestibolo e di chiamare il 112. Poche parole affannate quelle raccolte dalla centrale operativa dell'Arma: «Aiutatemi, mio marito mi ha sparato, fate presto». Poi, la seconda detonazione che aveva messo per sempre fine alla vita dell'uomo. Ma cosa è scattato nella mente di Ottorino Pellegrin, ex autista di bus per una ditta privata, per giungere a un gesto così estremo? I vicini di casa hanno parlato di una coppia gentile ma estremamente riservata. Ma fra le mura domestiche le cose sarebbero andate diversamente, con litigi sempre più frequenti fra i due. Prima del secondo matrimonio, la vita di Pellegrin era stata inoltre segnata dal dramma della morte della primogenita in un sinistro stradale avvenuto lungo la provinciale Romana Aponense. Con la prima moglie, deceduta di recente per una grave malattia, l'uomo aveva avuto una seconda figlia, Alessandra, ora residente a Vo' Euganeo. Quindi il divorzio e le nuove nozze con Diana Marchiol, di quindici anni più giovane. 

DESTINO DIFFICILE

Ma il destino aveva continuato ad accanirsi contro lui e la donna. Nel 2005 la coppia era stata infatti costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso del policlinico di Abano a seguito di un'intossicazione provocata da una fuga di monossido di carbonio. Un incidente dal quale, secondo alcune voci nel quartiere, l'85enne non si era mai del tutto ripreso. Negli ultimi anni, infine, aveva avuto problemi di deambulazione che lo costringevano spesso a spostarsi su una carrozzina quando usciva di casa. Il che lo aveva reso cupo, chiuso, irritabile. Solo Diana Marchiol, dichiarata ora fuori pericolo, potrà fare chiarezza su quanto è realmente accaduto nel casolare di via Podrecca. E soprattutto perché. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino