Marito e moglie morti per amianto: lui era stato operaio alla Montedison. La procura apre un'inchiesta

Valter Scattolin
VENEZIA - L’amianto se li è portati via prematuramente tutti e due, a distanza di quattro anni e mezzo. La Procura di Venezia, attraverso il pm Elisabetta...

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VENEZIA - L’amianto se li è portati via prematuramente tutti e due, a distanza di quattro anni e mezzo. La Procura di Venezia, attraverso il pm Elisabetta Spigarelli, ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento contro ignoti, per il decesso di Valter Scattolin, di soli 66 anni, residente a Mestre, in viale San Marco, avvenuto lunedì 26 settembre 2022 al Policlinico San Marco. Il fascicolò è stato aperto in seguito alla segnalazione inviata da prassi dallo stesso ospedale in ragione della riconosciuta esposizione all’amianto, e non solo, della vittima. Il signor Scattolin infatti, prima di andare in pensione, aveva lavorato per tanti anni come operaio specializzato alla Montedison di Porto Marghera, dove gli erano state fatte addirittura indossare tute “protettive” di amianto per schermarsi dal calore, e successivamente per altre fabbriche della zona come la Navicolor, la “Cecchinato & Zanon”, la Italsaver e Fincantieri nei rispettivi reparti di verniciatura e sabbiatura, entrando in contatto diretto con vernici, solventi e polveri extra-sottili: in Fincantieri, dove operava come verniciatore negli scomparti interni delle navi, peraltro, ha perso a causa di un tragico incidente sul lavoro anche un cugino che effettuava le sue stesse mansioni, deceduto in seguito a un’esplosione.

Nonostante una vita regolare e controllata, non fumava e praticava sport (era stato anche rugbista a livello semi-professionistico), nel 2016 Scattolin si è ammalato di asbestosi e di interstiziopatia polmonare, per la quali l’Inail gli aveva riconosciuto la malattia professionale per essere stato a lungo esposto, appunto, all’amianto prima e a solventi chimici poi. Patologie terribili che, nonostante le cure dei medici, non gli hanno lasciato scampo, e che non hanno risparmiato neanche la moglie, Rosanna Penzo. Anche lei, per quanto a sua volta non fumatrice e senza alcuna patologia pregressa, si è ammalata di asbestosi contratta con ogni probabilità lavando a mano le tute che il marito portava a casa dal lavoro, ed è mancata il 18 aprile 2018 ad appena 61 anni. Allora il signor Scattolin non aveva ritenuto di chiedere indagini in merito, “lo farete per tutti e due dopo la mia morte” aveva detto, profetico, ai figli. Fondamentale per il prosieguo delle indagini e per accertare le responsabilità dei datori di lavoro saranno i risultati dell’autopsia sulla salma dell’operaio disposta dal Pubblico Ministero, che affiderà l’incarico domani, giovedì 29 settembre, negli uffici della Procura lagunare, a un proprio consulente tecnico.

Valter Scattolin, che non conoscerà mai la nipotina Aurora la cui nascita è prevista tra venti giorni, lascia i due figli Fabio e Nicola i quali, per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Mestre, Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Andrea Piccoli, del Foro di Treviso. Studio3A metterà a disposizione come consulente tecnico di parte il medico legale dott. El Mazloum Rafi, che parteciperà alle operazioni peritali. Una volta ultimato l’esame arriverà il nulla osta dall’autorità giudiziaria e i figli, che ci tengono a ringraziare tutti coloro che sono stati loro vicini in questi giorni di lutto e i medici e infermieri che si sono presi cura del papà, potranno fissare la data del funerale.

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Il Gazzettino