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Presidente Moretti Polegato, pensa anche lei che la ripresa possa essere condizionata dall'incapacità di spendere le tante risorse europee a disposizione con il Pnrr?
«La vera preoccupazione riguarda il metodo con il quale faremo questi investimenti - risponde Mario Moretti Polegato, presidente del gruppo calzaturiero Geox - perché di esperienze negative al Nord e al Sud in questi anni ne abbiamo viste tante, troppe. L'Italia oggi ha bisogno di riammodernarsi per raggiungere i Paesi che sono più avanti di noi. Dobbiamo rilanciare il made in Italy nel mondo e lo possiamo fare soprattutto adesso che la pandemia ha accelerato la nuova visione dell'impresa e cambiato alcune regole, per così dire, del gioco».
Che vuol dire?
«Ha permesso in sostanza al consumatore di dialogare direttamente con il produttore, bypassando l'intermediazione. Questo ha consentito alle piccole e medie imprese di restare nel mercato. Ognuna che ne abbia i requisiti può vendere in tutto il mondo i suoi prodotti mentre un tempo lo potevano fare solo le aziende più grandi. Alla luce di tutto ciò diventa ancora più importante capire dove investire i soldi dello Stato».
Lei avrà delle idee, immagino.
«Diffondere il 5G su tutto il territorio nazionale, ad esempio, per essere pienamente in sintonia con l'esigenza di digitalizzazione del Paese.
Quale?
«Che ci troveremo di fronte anche a tante persone che non ce la faranno e c'è il pericolo che si crei una disparità sociale molto pericolosa soprattutto perché riguarderà persone con maggiore anzianità di servizio nelle aziende. Lo Stato deve perciò studiare e in fretta meccanismi di ammortizzatori sociali in grado di evitare queste disuguaglianze».
Draghi è la garanzia, senza se e senza ma, che l'Italia può farcela?
«Gli italiani si sono ritrovati spesso in questi anni sull'orlo del baratro. E abbiamo imparato che ciò che conta davvero è il clima di fiducia che deve accompagnare il Paese e Draghi da questo punto di vista è sicuramente una garanzia internazionale».
Ma i giovani si sentono ancora dimenticati dalla politica...
«Ieri alla platea dei Giovani industriali ho raccontato che in un recente giro in vari Paesi del mondo mi sono imbattuto spesso in giovani italiani occupati in multinazionali con fatturati enormi: venivano da Milano e da Enna, da Bologna e da Napoli, ne sono rimasti molto impressionato e mi sono chiesto perché non erano rimasti in Italia. La risposta è che noi italiani, da Bolzano a Palermo senza alcuna distinzione, abbiamo capacità e creatività che non si riscontrano in nessun'altra parte del mondo. La morale è che in Italia oggi manca la capacità di investire su se stessi, sull'unicità di un'idea da trasformare in brevetto per difenderla, sulla scia peraltro di tanti esempi vincenti. Il mio caso, ad esempio: un buco sotto una scarpa mi convinse della necessità di studiare una membrana speciale con l'ausilio della tecnologia e da lì è decollato il successo della nostra azienda. E questo vale anche per le piccole esigenze di tutti i giorni. Ma questo dev'essere materia di scuola, altro che lamentarsi perché qualcuno all'estero ci ha copiato o aspettare la spintarella per fare carriera». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino