Esattamente 10 anni fa, era il 30 dicembre 2009, Mario Bonduan, 67enne di Dosson di Casier, scomparve nel nulla. L’uomo, che soffriva di una forma precoce di demenza senile,...
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LA PREFETTURA
Dieci anni senza una risposta sono difficili da sopportare. E di certo le figlie di Bonduan non stanno evitando di guardare in faccia la realtà: le possibilità che il genitore sia ancora in vita sono minime. «Per questo abbiamo chiesto alla Prefettura di Treviso che vengano effettuate delle ricerche nella zona del Montello: partiranno all’inizio del prossimo anno - spiega Stefania -. Se davvero è l’ultima zona in cui è stato visto (lo conferma la precisa descrizione dei sui scarponcini fornita da una testimone), il suo corpo potrebbe essere ancora lì. Ma noi lo cerchiamo soprattutto “da vivo”, partendo dalle poche tracce che ha lasciato».
L’APPELLO
Nel tempo Stefania Bonduan è diventata vicepresidente regionale dell’Associazione Penelope, «con la quale stiamo chiedendo che venga cancellata la dicitura di “allontanamento volontario” - spiega - che di certo mal si concilia con lo stato di salute di mio padre, che aveva dato segnali di disorientamento. Poche settimane prima della scomparsa era convinto di dover dare assistenza a mia sorella per un incidente stradale sul Terraglio mai avvenuto. Forse si è allontanato da San Candido spinto da una motivazione simile. Il fatto è che le ricerche sono partite troppo tardi». Le figlie di Bonduan hanno negli anni esteso la segnalazione di scomparsa alle associazioni di volontariato, battendo ogni pista possibile. Ma nel loro cuore c’è ancora speranza: «In dieci anni è certamente cambiato, ma se qualcuno lo dovesse incontrare, di sicuro lui gli avrebbe parlato delle cose che più amava al mondo: mia madre Anna, io e mia sorella, la Valle d’Aosta, i francobolli e il formaggio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino