Margherita travolta e uccisa: l'imprenditore ubriaco patteggia. La rabbia dei genitori: «Una vergogna»

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SAN FIOR (TREVISO) - «Quell'uomo ha ucciso nostra figlia, dovrebbe andare in galera ma sappiamo che non succederà. Questa non è giustizia». I familiari di Margherita Lotti, la 31enne di Orsago morta in un tragico incidente stradale sul cavalcavia di via Venezia a San Vendemiano la vigilia di Natale del 2021, si affidano ai loro legali, gli avvocati Marco Rizzotti e Martino Sforza (con cui si sono costituiti parte civile), per sfogare la loro rabbia di fronte all'accordo per un patteggiamento presentato dall'imputato, l'imprenditore 55enne Loris Varaschin (difeso dall'avvocato Stefano Arrigo) e la Procura di Treviso. La quantificazione della pena non è ancora stata formalizzata, e l'applicazione dovrà essere varata dal gup Carlo Colombo il prossimo 19 marzo. Di certo, in virtù dello sconto di pena per il rito alternativo, si attesterà attorno ai due anni di reclusione, in ogni caso troppo pochi perché si aprano le porte del carcere.

LE INDAGINI
Il problema di fondo, secondo i familiari di Margherita, sta nel sistema giustizia. Al di là del fatto che l'assicurazione non abbia liquidato al momento alcun risarcimento, i genitori di Margherita faticano ad accettare che la morte della loro figlia non si traduca in un periodo di detenzione per chi ne ha provocato il decesso. Loris Varaschin, stando alle indagini della Procura, quando si è verificato l'incidente aveva un tasso alcolemico di 1,43 g/l alla seconda rilevazione (quella valida per legge a favore del reo, essendo la più bassa) e di 1,55 g/l alla prima. Non solo: gli esiti della perizia cinematica disposta dagli inquirenti non è stata in grado di stabilire l'esatta velocità a cui viaggiava l'auto dell'imprenditore, ma ha sottolineato che non poteva essere inferiore ai 100 chilometri orari in un tratto di strada in cui vigeva il limite di 50.

L'INCIDENTE


Il tragico incidente si era verificato il 24 dicembre 2021. Margherita Lotti, mentre stava percorrendo il cavalcavia di via Venezia, di ritorno da una cena con i colleghi di lavoro, si era fermata a lato della Pontebbana perché era rimasta senza benzina. Aveva chiesto aiuto proprio ai colleghi di lavoro, che stavano andando a prendere una tanica al vicino di stributore. Margherita, dopo aver posizionato il triangolo lungo il cavalcavia e aver azionato le quattro frecce, si era messa davanti al cofano della propria Citroen C2 in attesa che tornassero. In quel breve lasso di tempo l'Alfa Romeo Stelvio guidata dall'imprenditore è piombata sull'utilitaria ferma sul ciglio della strada. L'impatto fu violento: la Stelvio ha tamponato la C2 che di conseguenza ha travolto la 31enne scaraventandola oltre il parapetto. Il volo dal cavalcavia e l'investimento risultarono fatali per la giovane. I soccorsi furono subito attivati ma al loro arrivo i sanitari non furono in grado di far altro che constatare la morte di Margherita.
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Il Gazzettino