Marghera. In carcere per aver maltrattato la moglie, appena torna ai domiciliari va a casa di lei, la minaccia e le distrugge l'auto

Marghera. In carcere per aver maltrattato la moglie, appena torna ai domiciliari va a casa di lei, la minaccia e le distrugge l'auto
MARGHERA - Non sono bastati gli avvisi prima e le denunce poi. Non è bastato neppure il carcere: non appena è tornato ai domiciliari ha subito ripreso a tornare a...

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MARGHERA - Non sono bastati gli avvisi prima e le denunce poi. Non è bastato neppure il carcere: non appena è tornato ai domiciliari ha subito ripreso a tornare a tormentare l'ormai ex moglie. A questo punto, quindi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia ha emesso un'ordinanza di aggravamento della misura che ha portato all'arresto del marito violento.


Protagonista della vicenda, un giovane tunisino accusato, appunto, di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. Gli episodi, continui e ripetuti, avevano portato lo scorso 1. settembre all'arresto dello stesso da parte degli agenti della polizia del commissariato di Marghera. L'uomo, l'8 novembre, dopo un paio di mesi, era stato scarcerato e mandato agli arresti domiciliari. Invece di tornare all'appartamento indicato per la detenzione, però, ha pensato bene di dirigersi verso l'abitazione della donna. Qui, l'avrebbe minacciata, insultato, e infine le avrebbe danneggiato l'auto. A questo punto, a una nuova denuncia della vittima, è partita una nuova indagine: la violazione della misura cautelare era talmente evidente che a questo punto è scattata la nuova richiesta di arresto da parte della procura, anche perchè era evidente il rischio di reiterazione del reato. Pochi giorni fa, quindi, il tunisino è stato arrestato dalla squadra mobile di Massa Carrara, dove l'uomo era evidentemente fuggito per evitare la cattura.

I DATI

L'episodio avviene in un periodo particolarmente caldo sul tema della violenza sulle donne. Il brutale omicidio della 22enne Giulia Cecchettin da parte dell'ex fidanzato Filippo Turetta ha, infatti, sfondato una porta.


Stando ai dati del ministero, infatti, da quando è esploso il caso della giovane vittima sono raddoppiate le richieste di aiuto al 1522, la help line su violenza e stalking del dipartimento per le pari opportunità. Dalle 200 telefonate quotidiane, a cui rispondono 24 ore su 24 operatici specializzate, si è passati alle 400 con picchi che negli ultimi due giorni, considerando le richieste d'aiuto via chat e App, hanno raggiunto 450 e 500. Di solito il boom di telefonate il 1522 lo tocca tra il 24/25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. In questi ultimi due giorni, peraltro, polizia e carabinieri hanno effettuato altri due arresti per maltrattamenti in famiglia a Chioggia e Spinea. Proprio dai dati della polizia relativi al primo semestre 2023, emerge che tra femminicidi compiuti in Italia nel 52% dei casi l'autore è stato marito-compagno, nel 14% l'ex marito o compagno, nel 14% è maturato in una relazione extraconiugale e il 20% vicini di casa, parenti, pretendenti ed altri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino