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MESTRE - In via Gozzi, tre settimane fa, c’erano andati giù pesante con lo spray. “Qui si spaccia”, “Qui sta il pusher”: protesta evidente dei cittadini esasperati per indicare un locale ritrovo di clienti e spacciatori. Ed ora la protesta sale di livello, ribattezzando con un’operazione decisamente più studiata e meno dettata dalla rabbia, il sottopasso tra Mestre e Marghera. Uno dei luoghi dove lo spaccio e il consumo di droga avviene in tutte le ore del giorno è diventato la “Nave de ero”, riprendendo in tutto e per tutto la grafica dell’insegna della galleria commerciale di Marghera.
Azione meditata
Le due vele del logo della Nave de Vero sostituite con un paio di siringhe, e i caratteri della scritta ripresi tali e quali togliendo solo la “V” di Vero. Tutto evidentemente preparato con un grande stencil e dipinto sulle due entrate del tunnel: quella da via Dante e l’altra da via Rizzardi.
«Siringhe ovunque»
«Siringhe? Le troviamo ovunque. Non c’è un posto preciso, ormai si fanno dappertutto». Gli addetti di Veritas sono un po’ degli eroi in posti come questi. Proprio qui, giusto sopra l’imbocco del tunnel di via Dante, c’è un’isola ecologica che, prima del passaggio degli operatori, era invece una bomba ecologica. Rifiuti di ogni tipo gettati fuori dai cassonetti e dalle campane della differenziata, puzza di urina perchè “se la fai qui in mezzo chi vuoi che ti veda” (anche se siamo praticamente in viale Stazione) e, spostando qualche cumulo di immondizie e vuoti di birra, anche qualche “spada”. Attorno, nei bar e nei negozietti gestiti perlopiù dai cinesi, non dicono nulla. Meglio non esporsi in posti nei quali, per forza, devi lavorare e convivere. Il Caffé all’angolo con via Cappuccina ha chiuso per cambio gestione, e c’é da crederci, mentre svoltata la curva e camminando tra quella stessa palazzina e le ringhiere del tunnel della linea del tram, devi farti largo tra i neri che stazionano giorno e notte davanti ad un negozio etnico. Sembra di essere tornati ai tempi di quell’African Market tra via Trento e via Monte San Michele, che fu la base della banda dei nigeriani sgominata con l’Operazione San Michele. Di fronte a tutto ciò, allora, non può certo bastare qualche scritta con lo spray o una “Nave de ero”. Più che sarcasmo, assomiglia a un epitaffio.
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Il Gazzettino