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MESTRE - A trecentosessanta gradi, quindi senza scartare nessuna ipotesi. Dall'ultimo capitolo di una storia di solitudine umana, all'ipotesi più oscura suggerita dal posto in cui le ossa sono state ritrovate lunedì pomeriggio, in un campo in via della Chimica, tra erba e arbusti alti, non tagliati da tempo. Perché una delle domande principi è questa: come ci è finito un corpo umano lì, abbandonato al silenzio totale fino a quando alcuni dipendenti di una cooperativa che lavora per Veritas non l'hanno scoperto durante lo sfalcio dell'erba. E quindi: la persona a cui appartenevano è morta lì o qualcuno ha portato in quel posto il cadavere, sicuro di non essere trovato?
LE INDAGINI
È l'interrogativo che accompagna le prime ore successive alla scoperta, a Marghera, del cranio e di altre parti dello scheletro: un femore, il bacino, alcune ossa della cassa toracica e della spina dorsale. Sullo scheletro qualche brandello di vestiti sullo sterno e dei jeans consumati dall'esposizione all'aria aperta e in un campo. Poi due scarpe di marca Vans, una ancora indossata dal cadavere e una poco distante.
LA LISTA
Verrà scandagliata anche la lista delle denunce delle persone scomparse nel Veneziano. Così come, una volta estratto il dna dalle ossa, verrà comparato con quelli archiviati nelle banche dati delle forze dell'ordine. Del caso se ne occuperà stasera la trasmissione Chi l'ha visto?.
La speranza è di trovare, nelle vicinanze delle ossa, un qualcosa che possa permettere di risalire all'identità della persona: un orologio, un gioiello, una medaglietta. Segni identificativi che possano far luce sul mistero di Marghera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino