Presa di mira dal controllore sul bus, l'azienda: «Razzismo? Solo un malinteso. Il dipendente dallo psicologo». Ma Rebecca aspetta le scuse

Presa di mira dal controllore sul bus, l'azienda: «Razzismo? Solo un malinteso. Il dipendente dallo psicologo». Ma Rebecca aspetta le scuse
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MESTRE - «In relazione a quanto accaduto mercoledì 16 novembre a bordo della corsa di linea 85 Aeroporto-Sottomarina delle ore 11:10, dopo aver parlato con i nostri dipendenti presenti e analizzato la situazione, riteniamo che quanto accaduto sia un, seppur spiacevole, malinteso». E così a 24 ore dal presunto caso di razzismo sul bus denunciato dalla 21enne Rebecca Pavan - la campionessa padovana di origine nigeriana della Nazionale giovanile di atletica, residente a Malcontenta di Mira - spunta la replica dell’azienda privata di trasporti Arriva. La società che gestisce in concessione i servizi extraurbani tra Chioggia e Venezia. Nella nota, la querelle tra uno dei dipendenti e Rebecca sarebbe stata derubricata a un grande malinteso. Non solo. Il controllore sarebbe profondamente scosso e addolorato «perché accusato di un comportamento lontanissimo dal suo modo di essere. Stiamo predisponendo per lui - continua la nota - un sostegno psicologico e un eventuale periodo di malattia». Insomma, dopo l’increscioso episodio il controllore sarebbe finito dallo psicologo.

IL FATTO

L’altro ieri, l’atleta - adottata in fasce da una famiglia veneta - è andata a fare shopping al centro commerciale Nave de Vero a Marghera insieme a mamma Cristina, 61enne padovana. E sul bus del ritorno è scoppiato il caso. Secondo il racconto di Rebecca al Gazzettino, salendo sul mezzo con sua madre un dipendente della società Arriva l’avrebbe guardata in modo sprezzante per il colore della sua pelle, chiedendo solo a lei di mostrare il biglietto. A quel punto mamma Cristina sarebbe andata fuori di sé chiedendo spiegazioni all’uomo che si è difeso così: «Ho chiesto il biglietto solo a sua figlia, perché lei l’ho vista più di una volta». Ma Cristina ha ribattuto dicendo di non averlo mai incontrato in vita sua e che era un razzista. Il video dell’accesso confronto ha fatto il giro dei social, scatenando un’ondata emotiva da nord a sud.
Ieri, la replica di Arriva che condanna ogni forma di razzismo ma che in sostanza difende il dipendente: «Lavora con noi da quattro anni, svolge questo mestiere da tutta la vita e mai ha avuto l’intenzione o la volontà di offendere Rebecca o la madre».

IN ATTESA DI SCUSE

Ma la sei volte campionessa italiana di salto in alto replica così: «Il sostegno psicologico serve a me e ci vado ogni mese da un terapeuta anche per superare traumi di questo genere. A lui non capisco a cosa serva visto che non è stato insultato da nessuno. Si trovava seduto vicino al conducente e non al posto dei controllori. Sembrava un autista fuori servizio. E comunque so riconoscere un tono e uno sguardo sprezzanti. Dall’azienda non ho ricevuto neanche un messaggio, io mi aspetto le scuse di persona del dipendente». Ma da tutta questa vicenda un risvolto positivo per Rebecca c’è stato: «Dopo l’uscita dell’articolo sono stata raggiunta da messaggi d’affetto da tutta Italia. C’è tanta gente che mi vuole bene».

 

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Il Gazzettino