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VENEZIA - Un’insolita comitiva ieri tra le tante che affollano Venezia. Un gruppo di poveri in gita nella città lagunare per riscoprirne la sua bellezza, ma soprattutto la sua storia che è stata fatta anche di tanta accoglienza. L’idea è arrivata ancora una volta dal gruppo di don Nandino Capovilla, il parroco della Cita, sempre in prima linea sui vari fronti della solidarietà. E l’occasione è stata la giornata mondiale dei poveri che si è celebrata appunto ieri, 13 novembre. A venire in gita a Venezia, con tanto di guida e pranzo offerto dalla parrocchia dei Frari, è stato il gruppo di persone che si ritrovano ogni domenica, per fare colazione, nella parrocchia della Risurrezione di Marghera.
Gli ultimi di don Nandino a Venezia
Ormai una tradizione, questa delle colazioni della domenica, che prosegue da otto anni, ed è diventata un appuntamento fisso per una cinquantina di persone. Molti sono senza fissa dimora che vivono nei dormitori o per strada. «Ci sono italiani, stranieri, persone di tutte età - racconta don Nandino - Un popolo molto vario che viene a fare colazione con i volontari. In realtà non è più una colazione per i poveri, ma un modo per stare tutti insieme». E questo gruppo, ogni anno, per la giornata mondiale dei poveri, ha l’abitudine di organizzare una gita. «Di solito noleggiamo un pullman per andare fuori città - continua il parroco - Quest’anno un volontario ha proposto Venezia.
L’itinerario è stato studiato ad hoc alla riscoperta della Venezia multiculturale e dell’accoglienza. «La città ha sempre accolto i poveri, i disagiati - sottolinea don Nandino - Siamo andati a riscoprire questo aspetto della sua storia». Il gruppo ha così fatto tappa agli Incurabili, una delle istituzioni dove la Serenissima ospitava le categorie disagiate, ma anche a Santa Margherita e all’Angelo Raffaele, dove ci sono altri esempi di case date in donazione per gli ultimi. Storie di accoglienza, ma fatte anche di nuove opportunità e riscatto. Il percorso si è concluso ai Frari, con il pranzo offerto dalla parrocchia. «Ma prima il parroco ci ha portato a vedere l’Assunta del Tiziano appena restaurata. La bellezza è stata restituita alla città e anche ai suoi poveri - conclude don Nandino - Una gita molto riuscita, è una piccola cosa, ma c’è bisogno anche di questo».
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Il Gazzettino