Aggredita perché indossava il niqab: la picchiatrice è una 40enne di Marghera. Sanuara: «L'ho riconosciuta subito»

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MARGHERA - «Da ieri (ndr. sabato) mi sento decisamente meglio, sì sto molto bene. La donna che mi ha aggredito perché indossavo il niqab è stata identificata: si tratta di una quarantenne che abita alla Cita». Ad affermarlo è lei stessa, Sanuara, la 29enne bengalese che lo scorso mercoledì, in via Longhena a Marghera, è stata picchiata perché indossava il velo tradizionale che lascia scoperti solo gli occhi.

Identificata la picchiatrice

«Erano in due, ma solo una mi ha preso a calci e a pugni. I carabinieri mi hanno convocato in caserma e mi hanno fatto vedere delle foto. L’ho riconosciuta subito. No, prima non l’avevo mai incontrata né vista. So solo che quello che mi ha fatto mi ha spaventato molto».

Vorrebbe vederla, chiederle il perché di un comportamento tanto violento e intollerante? La risposta al telefono è immediata e spontanea: «Io parlarle? Assolutamente no, non posso dimenticare quanto è successo. Quella scena mi ritorna sempre in mente. Ora non ho più paura perché so che i carabinieri sono andati già a casa sua e quindi non potrà più far del male ad altri».

In sottofondo si sentono le voci di bambini piccoli, i suoi figli, e quella del marito, uno dei quattro imam della comunità islamica veneziana. Più volte la donna ha spiegato che il velo è una sua libera scelta, parte della cultura cui lei sente di appartenere senza alcuna costrizione.

Si stanno preparando per andare all’assemblea organizzata dal responsabile del centro di preghiera di via Linghindal: un incontro per capire come reagire tutti insieme a un episodio mai successo prima e che ha scosso nel profondo l’opinione pubblica. Ma lei, Sanuara si è sentita sola, isolata, abbandonata? «Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno dimostrato fin da subito solidarietà e vicinanza. E anche voi giornalisi che vi siete interessati e avete cercato di capire e non condannare».

Gli investigatori dell’Arma alla responsabile sono giunti - da quanto si è potuto verificare - attraverso la visione delle immagini dell’impianto di sorveglianza del condominio nel quale Sanuara e il padre stavano entrando per andare a far visita al fratello di lei e alla cognata. Tocca ora alla Procura di Venezia vagliare la posizione della quarantenne che sarebbe già stata ascoltata.

 

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Il Gazzettino