Marghera. Ennesimo colpo della banda del tombino: spaccata la vetrina del negozio di abbigliamento. «Basta, servono telecamere»

MARGHERA - La banda del tombino continua a colpire. Non c'è tregua per i commercianti della città: negli ultimi due mesi sono più di quaranta gli esercizi...

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MARGHERA - La banda del tombino continua a colpire. Non c'è tregua per i commercianti della città: negli ultimi due mesi sono più di quaranta gli esercizi che hanno subito una visita sgradita notturna. L'ultima la notte scorsa, al negozio di abbigliamento Marzaro in piazza a Marghera. Stesso copione di (quasi) tutti gli altri furti (o tentati) che stanno massacrando la città da novembre: un chiusino in ghisa lanciato contro la vetrata per abbatterla. «Non ci sono riusciti e sono scappati - racconta il titolare, Elvio Goldin - ma non è più possibile andare avanti in questa situazione. Solo un paio di settimane fa era successo anche alla farmacia qui di fronte, solo che in quel caso il furto era andato a segno». I ladri quasi sempre vanno a caccia del fondo cassa. Contanti, pochi, non importa quanti. Racimolano giusto qualche decina (se va bene centinaio) di euro, probabilmente da reinvestire in droga, e se ne vanno. Goldin, peraltro, aveva subito un furto simile anche tre anni fa. «Marghera è abbandonata a se stessa - dice - serve sorveglianza notturna, telecamere e più illuminazione. Vivo qui da una vita, la sera è diventato un disastro. Se andiamo avanti così finirà per morire definitivamente il commercio. Possibile che non si possa fare nulla? Deve metterci la faccia il sindaco, deve farlo l'assessore alla Sicurezza. Serve un intervento serio, Marghera non può continuare a essere trattata da quartiere di serie B».

SERIE INFINITA

La caccia ai responsabili di questi raid rimane più aperta che mai. Non c'è notte che non si registrino colpi del genere, i quali sono riconducibili più alla mano di qualche malvivente sbandato che a quella di qualche gruppo organizzato. L'elenco delle parti offese così si allunga sempre più. Ormai siamo nell'ordine appunto di una quarantina dall'inizio di novembre, con più incursioni messe a segno anche nella stessa notte. Episodi che se si possono catalogare come di piccola criminalità, non lo sono se vengono letti alla luce del danno che provocano alle vittime le quali si ritrovano a pagare fino duemila euro e oltre per riparare infissi e vetrine. Senza contare il mancato incasso delle giornate di sospensione attività.


I ladri sembrano colpire completamente a caso: pasticcerie, negozi di abbigliamento, ristoranti, bar, negozi di articoli sportivi, farmacie. In centro a Mestre l'ultimo colpo, in ordine di tempo, era stato all'alimentari Zanetti di viale San Marco. Tra le zone più bersagliate ci sono state via Manin e calle del Sale, tanti i colpi anche nella zona del quartiere Piave e in alcuni negozi addirittura si è già arrivati al secondo giro. C'è qualche ristoratore che, frustrato dal senso di impotenza, ha deciso di lasciare le porte d'ingresso aperte con le serrande abbassate. «Se devono entrare, almeno in questo modo non mi sfondano la vetrata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino