Marghera. Propone un rapporto sessuale all'ex marito per fare pace poi tenta di evirarlo, 35enne a processo

Foto d'archivio
MARGHERA - Processo immediato per la trentacinquenne, originaria dell'Etiopia, arrestata lo scorso agosto con l'accusa di aver evirato l'ex marito, connazionale di 40...

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MARGHERA - Processo immediato per la trentacinquenne, originaria dell'Etiopia, arrestata lo scorso agosto con l'accusa di aver evirato l'ex marito, connazionale di 40 anni, all'interno dell'appartamento di quest'ultimo, a Marghera. La procura ha chiuso le indagini entro i 180 giorni previsti dal codice penale e, ritenendo che vi siano solidi elementi di prova, ha scelto il rito che "salta" l'udienza preliminare per arrivare direttamente a processo. Alla trentacinquenne è contestato il reato di lesioni gravissime, con l'aggravante aver utilizzato un'arma. La difesa (avvocato Pietro Speranzoni) potrebbe chiedere l'abbreviato per poter usufruire dello sconto di un terzo della pena.

LA PUNIZIONE

Secondo gli investigatori, la donna si era recata a trovare l'ex marito, dalla quale è divorziata da tempo, con l'idea di "punirlo": gli propose un rapporto sessuale riappacificatorio, per poi nascondere un coltello preso in cucina e utilizzarlo di sorpresa.
L'imputata si trova ancora in carcere: nell'ordinanza di custodia cautelare in base alla quale fu arrestata, il gip sottolineava la sua pericolosità alla luce della «mancanza di autocontrollo» e dell'«imprevedibilità» della sua azione violenta.
Nelle prime fasi, la trentacinquenne aveva dichiarato alla polizia, intervenuta nell'appartamento di via Pioppi, di essersi difesa di fronte ad un tentativo di violenza sessuale messo in atto dal quarantenne. Ma la sua versione, ripetuta anche nel corso di un successivo interrogatorio, è stata smentita da una serie circostanze di fatto e da alcune contraddizioni: gli abiti della donna non erano strappati in alcun punto e sul suo corpo non è stata rinvenuta alcune lesione, neppure un graffio il che, secondo gli investigatori, appare incompatibile con un'azione violenta dell'uomo. Così come non è ritenuta compatibile con una violenza subìta, o tentata, la spiegazione che la trentacinquenne fornì nell'immediatezza ad una vicina, la quale era accorsa sentendo le urla provenienti dall'appartamento: a lei parlò di infarto avuto dall'ex marito.


La vittima ha raccontato che l'aggressione si verificò mentre era nudo a letto, disteso a pancia in giù, e dunque non si rese conto di quanto l'ex moglie stava facendo. A seguito delle lesioni sofferte è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico: ora è intenzionato a costituirsi parte civile al processo con l'avvocato Marco Marcelli. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino